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Apple potrebbe spiare le conversazioni iMessage

Creato il 19 ottobre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Apple è stata accusata di potere potenzialmente spiare le conversazioni degli utenti su iMessage, anche se l'azienda ha smentito l'intenzione di farlo.

Photo credit: William Hook / Foter / CC BY-SA

Apple risponde a chi la accusava di potere, volendo, spiare le conversazioni iMessage dei suoi utenti, violando così la presunta sicurezza delle informazioni personali.  La questione era stata tirata fuori qualche giorno fa da un gruppo di ricercatori di QuarcksLab, un’azienda di ricerca specializzata nel trovare soluzioni per risolvere problemi di sicurezza. I ricercatori avevano affermato che, nel caso un’agenzia come l’NSA, già responsabile per l’utilizzo dei dati di milioni di americani, dai telefoni alla rete web, in nome della sicurezza nazionale, avesse chiesto ad Apple di poter accedere alle conversazioni iMessage dei suoi clienti (programma, che ricordiamo, installato su tutti i dispositivi Apple, dal Mac ai vari iPhone e iPad), Apple avrebbe potuto, nonostante la criptazione end-to-end, raccogliere i dati essendo la stessa azienda a controllare l’intera infrastruttura e possedendo quindi la chiave per la decrittazione.  Apple ha quindi risposto a QuarcksLab, che comunque aveva espresso un semplice rischio e non accusato l’azienda di aver intrapreso azioni illecite di questo genere, comunicando di non avere nessun motivo o intenzioni di agire a tal fine. L’azienda di Cupertino, tramite un suo portavoce, ha sostenuto di non poter compiere un atto del genere senza prima riprogettare l’intera infrastruttura di messaggistica, dato che iMessage non lo farebbe nativamente. La vicenda sembra quindi chiudersi qui, anche se non è escluso qualche eventuale “colpo di coda” di QuarcksLab oppure l’occasione per alcuni competitors della Mela, come ad esempio Google o Samsung, per entrare nella questione. Questione però che sembra coinvolgere tutti, perché la protezione dei dati personali è un tema delicato e sempre più sentito dalla popolazione del web e nessuna delle aziende, come Google o la stessa Apple, è sempre stata immune dalle accuse di aver utilizzato le proprie infrastrutture per utilizzare, o in alcuni casi bloccare (si richiesta magari di governi dalla politica restrittiva) il flusso di comunicazione tra utenti, così come spiarne, potenzialmente i contenuti. Nonostante le norme sulla privacy, che tuttavia appaiono ancora fuori tempo rispetto alla necessità di provvedimenti moderni e al passo con i tempi, il rischio c’è ed è sempre più spesso sollevato. Riusciranno le compagnie a trarre profitto da questa paura rassicurando i propri utenti?


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