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Appunti per un Corriere NON Sciacallo

Creato il 19 gennaio 2015 da Pedroelrey

Si è par­lato molto dell’inserto spe­ciale rea­liz­zato dal Cor­riere della Sera che ha sca­te­nato furiose rea­zioni in Rete al grido di #cor­rie­re­scia­callo.

Oltre al con­tri­buto all’interno di que­sti spazi, in cui si esorta in buona sostanza a rila­sciare nei pros­simi giorni in open data tutti i dati rela­tivi a tira­tura, distri­bu­zione, ven­dita, ricavi [inclu­sivi delle ven­dite extra del quo­ti­diano gene­rate dall’iniziativa, eh!], costi e ver­sa­mento in bene­fi­cenza del libro, se vi fos­sero sfug­giti, val­gono asso­lu­ta­mente il tempo di let­tura le con­si­de­ra­zioni di Mas­simo Man­tel­lini e le impres­sioni di Luca Sofri sulla vicenda.

Credo ci siano degli aspetti che non sono emersi e che sia utile evi­den­ziare, non per ampli­fi­care la pole­mica ma, al con­tra­rio, spe­rando che pos­sano essere spunto, tra per­sone edu­cate come sug­ge­ri­sce Sofri, per evi­tare il ripe­tersi di epi­sodi di que­sto tipo. Per il bene della testata di Via Sol­fe­rino e per tutte le altre testate che voles­sero trarre inse­gna­mento da que­sta vicenda.

Die­tro alle scuse di De Bor­toli si cela qual­cosa di ben più pre­oc­cu­pante. Un errore così doz­zi­nale, che segue dopo quelli della vicenda del “click fasulli” e del macro­sco­pico errore nel lan­cio del nuovo Corriere.it, non è casuale. Si tratta della somma di evi­denze di quanto mac­chi­nosa e far­ra­gi­nosa sia l’organizzazione del lavoro all’interno del quo­ti­diano la cui già dif­fi­cile gestione di equi­li­bri di più poteri, ed inte­ressi, con­trap­po­sti, è resa ancor più dif­fi­col­tosa dalle dimis­sioni annun­ciate del suo Diret­tore e, secondo quanto batte “radio moquette”, la voce dei ben infor­mati, da mesi ormai di assenza di dia­logo tra la parte editoriale-giornalistica e quella mana­ge­riale del quotidiano.

In caso di dubbi al riguardo, credo sia suf­fi­ciente il tweet di Michela Cola­mussi, Mar­ke­ting Mana­ger Cor­riere Digi­tal, che a breve distanza dalle scuse di De Bor­toli cerca invece di repli­care alle accuse rice­vute. Un exploit, diciamo, che al di là di altre pos­si­bili con­si­de­ra­zioni è il segno tan­gi­bile della con­trap­po­si­zione tra “noi e loro”, non­ché il segnale della asso­luta man­canza di unità di visione tra i due com­parti azien­dali.

È evi­dente che la riso­lu­zione di que­ste dina­mi­che diviene perno cen­trale per evi­tare il pros­simo “epic fail” e, pos­si­bil­mente, essere final­mente parte della Rete.

Corriere Colamussi

La comu­nità di let­tori è da sem­pre asset fon­da­men­tale per un gior­nale, ancor più, se pos­si­bile, per una testata per la quale si voci­fera da tempo sulle inten­zioni di appli­care a breve un modello di mem­ber­ship come forma di remu­ne­ra­zione, di gene­ra­zione di ricavo.

A pre­scin­dere di quanto siano effet­ti­va­mente reali le giu­sti­fi­ca­zioni addotte rela­ti­va­mente al poco tempo per un’operazione da instant book e la dif­fi­coltà di chie­dere a tutti gli autori i per­messi neces­sari è l’approccio che è da rive­dere, anzi da ribaltare.

Se infatti gli autori delle vignette fos­sero stati con­tat­tati e coin­volti per tempo non solo si sarebbe evi­tato quanto avve­nuto ma addi­rit­tura si sarebbe potuto con­tare su un gruppo di per­sone che avreb­bero soste­nuto e dif­fuso l’operazione benefico-promozionale magni­fi­can­done gli aspetti posi­tivi con­tri­buendo così com­ples­si­va­mente ad un impatto posi­tivo non solo rela­ti­va­mente all’iniziativa spe­ci­fica ma più in gene­rale rispetto al “new­sbrand” Cor­riere. Un per­corso sul quale poi sarebbe pos­si­bile costruire ulte­riori svi­luppi positivi. 

Era que­sta insomma una pos­si­bile occa­sione di crea­zione di valori con­di­visi per una testata che al con­tra­rio del suo più diretto con­cor­rente non può con­tare sul senso di appar­te­nenza. Si chiama, nel suo insieme, com­mu­nity mana­ge­ment ed è ormai da tempo che se ne sente par­lare, mi pare…

Credo, e spero, pos­sano essere appunti utili per un Cor­riere non scia­callo e tutto quel che ne con­se­gue poten­zial­mente. Buon lavoro!

humor (1)


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