Kaosleo
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Ci avevano lasciato con il bello e affascinante “The Gathering”, poco meno di due anni fa. Oggi il quartetto di Baltimora esce dalla nebbia e ci riprova, portando in dote un altro album magico e intrigante.
Poche le novità rispetto alla recente produzione discografica, ma un'altra bella lezione di stile al mondo del rock. Coming Out of the Fog è un po' quello a cui gli ARBOURETUM ci hanno sempre abituati, e di cui oggi non possiamo fare a meno: uno splendido affresco folk rock psichedelico figlio del Neil Young elettrico, di Will Oldham e dello stoner rock che emana maestria e passione. Ma devo ammetterlo: la prima volta che l'ho messo su mi dato il voltastomaco. Poi piano piano, con gentilezza, mi ha conquistato. E se pur si devono notare alcuni momenti di noia e immobilità, totalmente assenti nel precedente, l'album nel suo complesso regala un ascolto intenso e piacevole.
Gli ARBOURETUM dimostrano una maturità compositrice fuori dal comune, riuscendo a risultare convincenti sia quando si mettono a violentare il Neil Young di “On The Beach” (The Long Night), sia quando creano degli oscuri mantra folk-psych dal retrogusto doom (The Promise), che quando alzano il livello di zucchero nel sangue cimentandosi con ballate country notturne ed epiche tagliate dalle slide dell'ospite Dave Hadley (Oceans Don't Sing).
Per non parlare poi di quando decidono di suonare duro, e allora ti tirano fuori lo splendido hard blues di All At Once, The Turning Weather, dove le chitarre troneggiano spavalde con riffoni hard carichi di fuzz e splendidi soli immersi nell'acido, accompagnate da un cantato veramente ispirato. O il grunge sghembo di World Split Open, sottolineato da una sezione ritmica in stato di grazia e da una chitarra in versione motosega che fanno da sfondo alle ascese vocali di Dave Heumann. Lo slow core psichedelico piazzato in chiusura (la title track) annoia un pochino, ma non riesce a disturbare il bel feeling lasciato dalle traccie precedenti.
Coming Out of the Fog appare dunque, al di là dei suoi pur evidenti punti deboli (con un pizzico di coraggio in più ne sarebbe uscito un capolavoro), come una buona riconferma di una band unica nel panorama musicale contemporaneo.
Track List:
1. The Long Night
2. Renouncer
3. The Promise
4. Oceans Don't Sing
5. All At Once, the Turning Weather
6. World Split Open
7. Easter Island
8. Coming Out of the Fog
Line-up:
David Heumann – voce, chitarra
Corey Allender – basso
Brian Carey – batteria
Matthew Pierce – tastiera, sintetizzatori, percussioni
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