Lo stato, si legge su Opposing Views, ha segnalato che ci sono stati 729 aborti in Arizona nel mese di settembre, un calo di quasi il 31% dal settembre 2010. La diminuzione degli aborti è avvenuta dopo che la Corte d’Appello dell’Arizona ha confermato all’unanimità nel mese di agosto 2009 una legge statale che prevede delle forti limitazioni ai servizi sull’interruzione di gravidanza: solo i medici possono eseguire aborti, le donne devono ricevere informazioni sui rischi dell’aborto, lo sviluppo del feto e le possibili alternative (adozione ecc.) 24 ore prima, è obbligatorio il consenso dei genitori per i minori, protezione per la libertà di coscienza dei medici e operatori sanitari.
Intanto in Mississippi sta avvenendo qualcosa di unico e rivoluzionario: gli elettori dello Stato decideranno il prossimo 8 novembre, in un referendum che avrà profonde ripercussioni nel resto d’America, se la condizione di persona inizia al concepimento o meno. Se vinceranno i «sì» -come informa Avvenire, il Mississippi avrà così messo a segno il più importante “colpo” contro l’aborto mai subito dalla legislazione americana dal 1973. Già in altri otto Stati fra cui Florida, Montana e Ohio è iniziata la raccolta di firme necessaria a indire un referendum analogo il prossimo anno. Una vittoria in Mississippi darebbe una spinta a tutti i gruppi “pro-life” impegnati in simili campagne e catapulterà il tema dell’aborto al centro delle elezioni presidenziali 2012.