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Arkham Horror

Creato il 14 marzo 2014 da Narratore @Narratore74

Arkham_HorrorNon c’è niente da fare: mettete Cthulhu (o chi per lui) sulla copertina di qualcosa, e questo diventerà a breve un fenomeno di massa. Certo, non proprio tutto, però ci si va vicini.

Questo boardgame, che ricordo è una riedizione di un gioco da tavolo edito da Chaosium nel lontano 1985, è targato Fantasy Flight, nome che di per se significa due cosa: cura maniacale per i componenti e meccaniche di gioco stra-provate.
Non stupisce, quindi, che questo gioco conti qualcosa come quattro grandi espansioni (con tabellooni aggiuntivi e tonnellate di materiale) e ben cinque minori (composte solo di carte e funzionalità nuove).

Quello che fa grande questo boardgame è principalmente la sua meccanica: i giocatori, al contrario della stragrande maggioranza dei giochi in circolazione, sono obbligati a cooperare, nel disperato tentativo di evitare il risveglio della divinità di turno. O, nel caso questo sia impossibile, ricacciarla nelle profondità da cui è emersa.
Detta così suona facile ma fidatevi, non lo è.

E questo è solo il gioco base... sì, vi servirà davvero un sacco di spazio!

E questo è solo il gioco base… sì, vi servirà davvero un sacco di spazio!

Tutto ruota attorno al tabellone principale e alle varie locazioni. Ogni turno, in una di queste zone, si apre un portale che conduce in uno dei mondi d’incubo ideati dal genio di Providence. Poi, i giocatori, devono cercare di chiuderli esplorando al tempo stesso la città e i suoi segreti. Se si aprono un tot di portali (il numero varia in base al numero dei giocatori) la divinità (scelta a caso all’inizio del gioco) si risveglia, opzione che bisognerebbe cercare di evitare, visto quanto è facile che il nostro personaggio schiatti al primo accenno di respiro da parte di questi colossi.

Un gioco decisamente complesso, che necessita di svariate partite per essere assimilato, e anche in quel caso, la vittoria non è certa.
Giocatori alle prime armi troveranno frustrante vedere le proprie fatiche buttate al vento, con il rischio di accantonare uno dei giochi meglio riusciti degli ultimi tempi. Perché è con l’esperienza che si entra in possesso delle capacità giuste per fronteggiare una minaccia tanto grande.
Certo, c’è da dire che lo spropositato numero di carte, fra oggetti, incantesimi, oggetti speciali e chi più ne ha ne metta, mette una notevole incognita sul progredire della partita.
Difficile combattere con mostri orripilanti se non si riesce a trovare quel dannato fucile!
Però è vero anche che le possibilità a disposizione dei giocatori sono davvero tante, e spesso basta guardarsi attorno per trovare soluzioni alternative ai vari problemi.

Il dialogo fra i giocatori è fondamentale, per strutturare i turni cercando di disperdere meno azioni possibili, così come è necessario anche rischiare quando il gioco lo richiede. Cooperazione che deve iniziare fin dalla scelta del personaggio, nel tentativo di creare una squadra che non sia troppo sbilanciata e che copra un buon numero di abilità.
La gestione stessa del personaggio è atipica per un boardgame: ad ogni turno saremo chiamati a modificare i parametri di base. Questa scelta, che può sembrare semplice, in realtà racchiude molte delle possibilità che avremo di ottenere un successo o un incredibile fallimento nel turno seguente. Pianificare, intuire cosa dovremo affrontare e decidere di conseguenza non è altro che il primo passo.
Più facile a dirsi…

Tutti assieme appassionatamente

Tutti assieme appassionatamente

La tematica è stata rispettata con cura maniacale, presentando personaggi, creature e divinità note all’appassionato che si sieda al tavolo, elemento che contribuisce all’immedesimarsi e a entrare nel contesto nel migliore dei modi.
Un ulteriore aiuto a questo ci viene dato dalla grafica. Curatissima, colorata e cupa com’è giusto che sia, il tutto su materiali di altissima qualità.

Un ultimo appunto va fatto sulla durata: una partita può arrivare anche a diverse ore (ho giocato partite anche di 3 ore) e questo lo rende di fatto un gioco difficile da affrontare, soprattutto da giocatori che non sono abituati a queste durate.
E parlo del gioco base, se si cominciano a inserire le espansioni, soprattutto quelle grandi (che aggiungono ulteriori tabelloni, rendendo il gioco mastodontico) allora la lunghezza della partita potrebbe scoraggiare anche i giocatori più navigati.
Ma, anche dopo tutto questo, se deciderete di affrontare gli incubi che si annidano negli angoli scuri della cittadina di Arkham, vi ritroverete fra le mani un’avventura impegnativa, soddisfacente e divertente.

Che poi è quello che si cerca in un gioco da tavolo.

Poteva mancare? Ovvio che no!

Poteva mancare? Ovvio che no!


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