A Cremona l’arredo urbano è trascurato e del tutto incoerente sia con il carattere agricolo della città, sia con le opere di risanamento sostenute dalle amministrazioni locali. Evidentemente, è un argomento che non interessa ai responsabili di settore, troppo impegnati nel rifacimento delle pavimentazioni centrali o nell’identificazione di nuove aree di parcheggio a pagamento, tanto da non accorgersi che: gli spazi verdi sono quasi scomparsi; le segnaletiche stradali sono eccessive; le biciclette non hanno parcheggi propri riservati, i cestini oltre che di cattivo gusto sono stracolmi di spazzatura e di sigarette ancora fumanti. Siamo una realtà territoriale agricola importante, ma abbiamo un tasso di inquinamento in crescita esponenziale, un fiume avvelenato, e un patrimonio naturalistico agonizzante.
Chi viaggia o si sposta di pochi kilometri sa che esistono città dove l’attenzione alle piccole cose fa la differenza e lascia nel turista di passaggio una sensazione di ordine e di pulizia che invita a ritornare magari con gli amici o con la propria famiglia. Cremona non lascia “il segno” e non brilla né di stile, né di quell’eleganza sulla quale insistono le scarse campagne istituzionali promosse dai vari assessorati locali.
Camminando per il centro lo sguardo cade su quegli orribili contenitori di pvc neri molto underground e mi vengono in mente quelli spagnoli con lo stemma della città inciso su una formella di maiolica, come le piantine delle città, di cui i turisti portano a casa la foro ricordo per la loro bellezza! Cerco le fioriere di pietra dei Paesi scandinavi, ma qui mancano anche i fiori, rimpiango gli allestimenti dei teatri e dei musei di San Pietroburgo, guardando le squallide locandine dei nostri, sento la mancanza della bellezza dei parchi inglesi e di un grande polmone verde che rende l’aria più respirabile, vorrei poter fare le lunghe passeggiate dei lungo fiume di Duesseldorf o di Parigi, fare bird watching o guardare gli animali vivere indisturbati a due passi da casa, come accade in molti stati US dove i cerbiatti o gli scoiattoli “soggiornano” nel giardini delle case private. La natura aiuta sicuramente a migliorare la nostra qualità di vita e molte città del mondo investono notevoli risorse in progetti di arredo urbano, ispirandosi alle teorie orientali per la realizzazione di giardini pubblici, o alle teorie dei colori e alla bioarchitettura per la costruzione di spazi comuni.
Invece, a Cremona si investe sullo sport, in pseudo musei, nel biogas etc.., le fondazioni senza scopo di lucro e i consorzi spendono fiumi di danaro in eventi assolutamente improduttivi per la cittadinanza, gli assessorati scelgono progetti culturali di basso profilo o perdono occasioni uniche, le consulenze si sprecano e i nostri soldi pure. Nessuno di questi soggetti spende anche un piccolo budget nell’arredo urbano o perlomeno in qualcosa che non sia il solito monumento auto celebrativo o violini.
Le lunghe passeggiate in città si fanno in mezzo al cemento oppure l’alternativa sono le rive del Po, ciliegina sulla torta di una totale mancanza di sensibilità in materia d’ambiente e di cura per la salute dei cittadini.
Tante volte in questo blog si è parlato della mancanza di genio creativo nei progetti promossi dai vari assessorati ed ancora una volta vogliamo sottolineare quanto si possa fare per arredare la nostra città nel rispetto della natura e con l’aiuto dei nostri giovani artisti. Due esempi: le opere di Patrick Dougherty e le cabine del telefono brasiliane. Ne parleremo nel prossimo articolo.
Claudia Cremonesi
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