Siamo ad una svolta finale per la giunta Formigoni, indagato per corruzione con i faccendieri Antonio Simone e Piero Daccò.
Il responsabile dell’assessorato alla Casa, Domenico Zambetti, 60 anni, è stato arrestato questa mattina a Milano dai carabinieri con l’accusa di aver comprato un pacchetto di 4.000 preferenze, decisivo per la sua elezione con 11.217 voti nelle regionali 2010, pagando 200.000 euro a due colletti bianchi della ’ndrangheta, uno esponente della cosca calabrese «Morabito-Bruzzaniti» di Africo (Giuseppe D’Agostino, gestore di locali notturni già condannato anni fa per traffico di droga nell’inchiesta sull’Ortomercato) e uno referente invece del clan «Mancuso» di Palmi, il gestore di negozi Costantino Eugenio: un tandem che a sua volta, oltre che all’hinterland milanese della famiglia «Barbaro-Papalia» di Platì, per investire sulla candidatura di Zambetti avrebbe attinto in parte a un bacino di preferenze nella disponibilità di Ambrogio Crespi, fratello di Luigi, l’ex sondaggista di Berlusconi condannato nel dicembre 2011 in primo grado a 7 anni per la bancarotta Hdc.
In questo momento è anche il tredicesimo consigliere regionale dell’attuale assemblea (su 80) a finire sotto inchiesta.
Il cerchio si stringe sempre di più.