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Arriva Caronte, ma chi dà il nome alle “ondate di calore”?

Creato il 27 luglio 2013 da Yellowflate @yellowflate

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Come ogni estate, anche quest’anno i tg parlano delle ondate di calore che stanno raggiungendo l’Italia, si è parlato, insomma, dell’arrivo di Caronte. Ma quando è nata questa curiosa consuetudine di battezzare le varie perturbazioni?

In Italia nacquero nel 2012 con i due anticicloni “Lucy” e “Hannibal”, anche se mai riconosciuti dalla meteorologia internazionale, che non assegna mai dei nomi a questo tipo di fenomeni.

Ma, mentre in Europa tale consuetudine non è comune, molto diffusa è invece in America. Già a partire dalla  Seconda guerra mondiale, i meteorologi statunitensi iniziarono a battezzare le tempeste con nomi femminili. La cosa piacque molto, tante che, nel 1953, il National Hurricane Center, adottò ufficialmente questo sistema.

La scelta di nomi femminili provocò non poche polemiche, difatti non era raro che i nomi provenissero da nomi di suocere o mogli, cosicché il sistema statunitense decise di dare alle tempeste e perturbazioni nomi maschili negli anni pari e nomi femminili negli anni dispari.

In Europa, l’unico istituto meteorologico che può dare dei nomi ai fenomeni atmosferici è quello di Berlino, il quale attribuisce nomi maschili ai fenomeni di alta pressione, mentre quelli femminili ai fenomeni di bassa pressione.

Ma torniamo all‘Italia. Come già detto i primi fenomeno battezzati risalgono all’aprile dello scorso anno ed è attribuito al sito IlMeteo, il quale ha poi continuato con questo consuetudine fino ad oggi, riscuotendo, a ben vedere, un enorme successo nei mezzi di comunicazione. La scelta è letteralmente popolare in quanto si riceve il consenso dei cosmonauti tramite la pagine facebook del sito. Il responsabile del sito afferma che, ad esempio, il nome Minosse è stato preferito da oltre 200mila persone! Questo fenomeno “popolare” ha però incontrato molte critiche di alcuni meteorologi, tra cui Giuliacci, il quale afferma non solo che questa assegnazione non è ufficiale, ma anche che non esiste un vero e proprio criterio per cui un fenomeno atmosferico possa ricevere un nome.

 



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