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Ucraina: quei cecchini di piazza Maidan ingaggiati dall’opposizione
di Maria Carla C. – 6 marzo 2014
Il 20 febbraio la piazza Maidan di Kiev sembrava un campo di guerra. La conta dei morti fu di 100 persone fra poliziotti e manifestanti, anche se altre fonti parlarono di 20 uccisi e un impressionante numero di feriti. Insieme al dolore, un’ondata di sdegno alla vista dei cecchini che dai tetti sparavano sui manifestanti.
Sempre, a ridosso degli avvenimenti, fanno testo le immagini. Quelle foto dei cecchini furono considerate la “pistola fumante” nelle mani del presidente Yanucovich e la carta dell’opposizione per ottenere il suo impeachment. Nulla urta di più il senso di giustizia che una folla riunita per gridare le proprie ragioni fatta oggetto della crudeltà repressiva del potere.
Allontanandosi dal tempo degli eventi, il giudizio non si forma più esclusivamente sulle immagini, in esso confluiscono le rivelazioni dei retroscena. Un ”leak” di alcuni agenti del servizio segreto ucraino, evidentemente avversi al nuovo corso politico, arriva ora a confondere il panorama in bianco e nero delle prime ore. Si tratta della registrazione integrale della conversazione telefonica intercorsa tra “Catherine Margaret Ashton, Baronessa Ashton di Upholland e Alto rappresentante per gli affari esteri dell’Unione Europea ” e il Ministro degli Esteri dell’Estonia Urmas Paet.
La telefonata è avvenuta al termine della visita di Urmas in Ucraina, il 25 febbraio al culmine degli scontri tra i manifestanti definiti pro -UE e le forze di sicurezza.
Dai colloqui di Paet a Kiev emerge un quadro nuovo: i cecchini non sparavano solamente sui manifestanti, ma anche sui poliziotti, prendevano di mira indiscriminatamente tutti quelli che si fronteggiavano nella piazza. Alla rivelazione Ashton reagisce con imbarazzo, e Paet incalza con tono sdegnato (ascoltare dal minuto 8.30 del video) ”Very disturbing: behind the snipers was not Yanukovich but some members of the new coaliton” Quello che è inquietante è che dietro ai cecchini non c’era Yanuchovic, ma dei membri della nuova coalizione (d’opposizione) e aggiunge che le autorità ora non vogliono far condurre le indagini per conoscere i dettagli di quello che si configura chiaramente come un complotto.
L’autenticità della telefonata è stata confermata dallo stesso Paet “”È spiacevole che sia stata fatta questa intercettazione” ma non modifica la sue valutazioni.
Percepibile l’apprensione di Paet, tenendo conto che l’Estonia ha un problema di organizzazioni neo-naziste al suo interno e che a Kiev le insegne e i proclami nazisti erano in smaccata evidenza. Anche per questa ragione, è fondamentale che sia accertata l’effettiva provenienza dei cecchini.
Si tratta di comprendere ciò che sta veramente avvenendo nel paese. Erano elementi ucraini – una sorta di milizia al soldo di qualche centro di potere interno- o erano elementi mercenari di compagnie di sicurezza straniere? E per ordine di chi hanno massacrato poliziotti e cittadini in Piazza Maidan?
articolo originariamente pubblicato su
Corriere della notizia
Primo media internazionale a diffondere il video: GlobalResearch