Tra breve arriva anche tra di noi il virus influenzale.
Per trasmettere l’influenza basta poco: un colpo di tosse, uno starnuto o una semplice stretta di mano.
L’infezione virale decorre con febbre e sintomi quali rinite, tosse, mal di gola, cefalea ed inappetenza.
Se la febbre dura più di 3-4 giorni e la tosse tende a peggiorare si consiglia di far visitare il piccolo bambino non vaccinato dal proprio curante. In alcuni casi il virus può provocare bronchiti e polmoniti. E’ assolutamente raccomandato aspettare qualche giorno dalla comparsa della febbre prima di far visitare il bambino. La eventuale bronchite e/o polmonite si forma dopo qualche giorno di iperpiressia, non è mai presente al primo giorno di febbre.
Durante i giorni di febbre oltre al paracetamolo, non insistere se non vogliono mangiare, mentre è importante, incoraggiarli a bere per evitare la disidratazione, pericolosa tanto più quanto più il bambino è piccolo. E, se proprio non vogliono mangiare, si possono usare delle bevande zuccherate per far assumere loro, insieme ai liquidi, un po` di calorie”. Tè, acqua e zucchero e succhi di frutta e anche latte. Ricordiamoci che l’influenza mette al bambino mal di testa e dolori ai muscoli come nell’adulto quindi per alcuni giorni il nostro piccolo non sta bene. Questi sintomi possono essere alleviati insieme alla febbre con il paracetamolo. Va consigliato il riposo totale e gli antibiotici vanno assunti solo se prescritti dal proprio pediatra in seguito ad una complicanza.
I consigli da mettere in pratica per limitare il contagio sono quelli di sempre: lavare spesso le mani, coprire la bocca in caso di tosse e starnuti, usare fazzoletti di carta usa e getta, usare mascherine se esposti a contatto con altre persone non malate. Qualora il clima lo consentisse, uscire, nelle ore più calde, per una breve passeggiata. Dopo 5-6 giorni si potranno riprendere le normali attività, comprese quelle sportive nel caso di bambini più grandi. Potrà inoltre essere utile somministrare un multivitaminico per qualche giorno o anche la sola vitamina C.
Nelle categorie a rischio è altamente consigliata la vaccinazione, tra queste ci sono i bambini affetti da determinate patologie croniche.
È essenziale che vengano vaccinati contro l’influenza con priorità assoluta, appena possibile, e come raccomandato dal Ministero della Salute, tutti i bambini di età superiore ai 6 mesi con:
- malattie croniche dell’apparato respiratorio come l’asma grave, la displasia broncopolmonare e la fibrosi cistica;
- malattie croniche dell’apparato cardio-circolatorio;
- diabete mellito e altre malattie metaboliche;
- malattie renali con insufficienza renale;
- malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie;
- immunodeficienze primitive e secondarie;
- malattie infiammatorie croniche intestinali e sindromi da malassorbimento intestinale;
- malattie neurologiche e neuromuscolari;
- trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico;
- patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici.
Questi bambini vengono considerati a rischio in quanto presentano un’aumentata probabilità di contrarre l’influenza o di sviluppare complicazioni dell’infezione come le polmoniti, oppure di andare incontro ad un peggioramento della loro malattia. Questi stessi bambini, invece, sono stati fino ad ora vaccinati in misura modesta, anche se la vaccinazione è efficace e sicura per chiunque. I dati disponibili per l’Italia dimostrano che meno del 10% dei bambini a rischio vengono vaccinati contro l’influenza. Per raggiungere il maggior numero possibile di bambini a rischio è necessaria una stretta collaborazione tra centri specialistici pediatrici (quelli che curano i bambini diabetici, i bambini con fibrosi cistica e tutti gli altri bambini a rischio), i pediatri di famiglia e i centri vaccinali pubblici, sfruttando qualsiasi occasione di incontro per la vaccinazione.
È importantissimo che vengano vaccinati anche i familiari dei bambini a rischio in modo da ridurre ulteriormente la probabilità che il virus dell’influenza venga trasmesso in famiglia.
Per tutti i bambini in buona salute invece è sufficiente fronteggiare i sintomi, somministrare farmaci per la febbre e tenere le vie respiratorie il più libere possibile.
I vaccini sono sicuri poiché vengono sottoposti a controlli di qualità predefiniti a livello internazionale.
Il momento ideale per vaccinarsi – prassi che andrebbe ripetuta ogni anno – è prima dell’inizio della stagione influenzale. In Italia, a partire da metà ottobre. È comunque possibile vaccinarsi anche più tardi, quando la stagione influenzale è già iniziata. La protezione ottimale si raggiunge 10-14 giorni dopo la vaccinazione.