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La sveglia alle cinque e mezzo di mattina è una campana a festa per chi ha vissuto il silenzio silenzioso della disoccupazione.
È peggio correre il rischio di fare una cosa male che non correrlo perché tanto la stai facendo per finta.
«Alle, pensa ai bruchi. Loro credono oddio sto morendo!, e invece di lì a poco si trasformano in farfalle.»
«Vedi Allegra» mi ha detto, «quand'ero piccolo, al circo, spiavo accucciato dietro al tendone mia mamma che volteggiava in aria ed era un vero inferno, perché ogni istante ero certo si spappolasse per terra e mi mangiavo le unghie fino a farmi sanguinare le dita, giuro, finché esplodevano gli applausi e arrivava il turno dei pagliacci, che seguivano sempre il numero dei trapezi. Insomma, ci ho messo del tempo, ma poi l'ho imparato. Capito?» No, non capivo mica. E allora lui mi ha spiegato quello che avrei imparato da lì a sempre. «Arrivano i pagliacci, presi a ripetermi invece di divorarmi le mani. Tanto prima o poi arrivano i pagliacci. Anche se mamma si sfracella al suolo, comunque dopo è il loro turno. Arrivano i pagliacci.»
Ho sempre avuto un debole per quello sguardo tutto particolare e lampeggiante che solo in pochi (in me no) riesce ad accendersi quando chi amiamo è felice, senza che lo spenga di botto l'interruttore di una gelosia, un pensiero, un timore, un giudizio, tanti giudizi.
Io sono convinta che nel momento in cui le persone che poi diventano nostre ci rubano il primo pezzo di tempo, di sguardo, di respiro, di voce, ecco, un nervetto in noi lo sente, che sta per accadere qualcosa d'importante. Non è detto che quel nervetto bussi al a nostra testa e si dichiari, certo, ma si muove, quel qualcosa si muove e per un bel po' non comandiamo più noi. Comanda il nervetto.
Fate quello che vi pare ma l'importante, nella vita, è non tradirsi mai. E ogni tanto ricominciarsi.
«Questione delle ombre che ha negli occhi. Sa, io sono sempre stato affascinato dalle ombre.»
Non c'è quasi niente, tutto sommato, che si debba a tutti i costi capire. A volte, nella vita, succedono cose.
Legato ai suoi fianchi con un filo d'argento, un grande aquilone la spingeva nel vento e lei lo seguiva senza fare domande perché il vento era amico e il cielo era grande perché il vento era amico e il cielo era grande. [De Gregori]
LEONARDO Chissà dove andremo a finire... ALLEGRA Chissà dove andremo a ricominciarci...