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Arrivano le Città del Libro: la cultura ci salverà

Creato il 10 gennaio 2014 da Libera E Forte @liberaeforte

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La cultura come motore economico, fattore di valorizzazione del territorio, strumento di coesione trasversale tra istituzioni e società, e la creazione di una rete italiana ed europea tra le città promotrici di eventi culturali: queste tra le idee più interessanti e innovative presentate il 9 gennaio presso il Teatro dei Dioscuri a Roma durante il secondo incontro del coordinamento “Città del libro”, creato per censire e dare visibilità a tutte le località grandi e piccole – al momento se ne contano più di 70 tra città e paesi – che organizzano festival e saloni dedicati al libro e alla cultura.

La giornata, promossa dal Cepell (Centro per il libro e la lettura) con la collaborazione della Fondazione per il libro, la musica e la cultura, è iniziata con il discorso di Piero Fassino, sindaco di Torino e presidente Anci, che ha evidenziato l’importanza della cultura anche come investimento economico: le 19mila imprese culturali che a Torino e provincia costituiscono l’8% di quelle registrate o i 5 milioni di persone che nel 2013 hanno visitato gli eventi culturali torinesi “sono macro cifre che bastano a dare il senso di quanto la cultura sia anche una leva economica e di quanto i comuni possano essere centri propulsori dello sviluppo e della creazione di opportunità … La cultura rappresenta per le città un asset straordinario e irrinunciabile di sviluppo”.

L’investimento in cultura” ha continuato Fassino “così come l’investimento in ricerca, formazione, università e conoscenza, è fondamentale”. E siamo d’accordo con il sindaco di Torino quando afferma che l’unicità della civiltà, della cultura e della ricchezza intellettuale del nostro paese possono diventare “la formidabile leva di crescita economica che i tempi ci chiedono”.

Anche Rolando Picchioni, presidente della Fondazione per il libro, la musica e la cultura, ha insistito sulla necessità di “trasformare l’impresa culturale in motore di sviluppo e benessere per un Paese che per uscire dal tunnel deve cambiare pelle”. Gli studi di economia della cultura, ha continuato Picchioni, hanno dimostrato che “‘con la cultura si mangia’ e si creano posti di lavoro”, e come la cultura “non sia più concepibile quale comparto o settore a sé stante, ma debba diventare l’oggetto di energiche e innovative politiche intersettoriali che coinvolgano in modo sistemico gli attori istituzionali, sociali, economici e infrastrutturali più diversi”.

Picchioni ha inoltre evidenziato la necessità di misurarsi con lo scenario europeo per ottenere l’accesso ai bandi e finanziamenti stanziati per i progetti di sviluppo culturale, avanzando la proposta, che potrebbe essere presentata durante il semestre di presidenza italiana dell’Unione, di instaurare “una politica organica e continua nelle città che hanno fatto del libro la loro cifra identitaria”, con la possibilità di creare una associazione europea dei festival e dei saloni del libro.

Tra le numerose personalità intervenute, la direttrice del Centro per il libro e la lettura Flavia Cristiano ha presentato il nuovo portale web del Cepell (www.cepell.it), avente l’obiettivo di mettere in rete le offerte e le proposte delle Città del Libro per offrire un panorama degli eventi e creare un canale “culturale” accessibile a tutti. Il presidente Censis Giuseppe De Rita ha analizzato il rapporto fra comunità e identità locali e promozione degli eventi culturali, mentre il presidente del Cepell Gian Arturo Ferrari e il ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia hanno confrontato lo scenario italiano con quello degli altri paesi europei. La giornata si è conclusa con l’incontro con il ministro dei Beni, delle attività culturali e del turismo Massimo Bray, che ha tracciato un bilancio delle proposte emerse e una road map degli impegni futuri.

Marco Cecchini


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