Di fronte a simili spettacolini di quotidiana inciviltà rimaniamo sempre stupiti. Che si tratti di arte contemporanea? La domanda sorge spontanea, osservando bene la curiosa composizione in stile "natura morta". Abbiamo un gabbiotto aperto (un contatore? una centralina elettrica?) e alla mercè dei passanti, abbiamo un nastro bicolore acciambellato attorno, risalente probabilmente agli anni '80, lasciato lì a biodegradarsi (speranza vana). C'è l'usuale cumuletto di monnezza, un adeguato contorno di erbaccia, e per finire una scrittina (non ci facciamo mancare niente). Una composizione perfetta. La foto ce la manda Les, siamo nel devastato rione Trashtevere, ma potremmo essere da qualsiasi altra parte. Ormai a Roma il degrado è talmente diffuso e radicato, talmente endemico, che è impossibile non coglierne traccia, ovunque ci si trovi. Questi mini-spettacolini dell'inciviltà italica, tuttavia, il più delle volte sfuggono alla vista del passante distratto, troppo concentrato ad incrociare con lo sguardo il Grande Schifo. Ed è per questo che noi, inesorabilmente, continuiamo a inquadrarli, zoomarli, fotografarli per proporveli sul blog. Isolando il soggetto, forse, si riesce a cogliere la natura del problema. Il proprietario del gabbiotto si fida ciecamente a lasciar aperto il contatore. Non si preoccupa del fatto che, in caso di incidente, la responsabilità per il bambino morto fulminato sarà la sua. La municipale mette i nastri bicolori per segnalare i lavori, ma poi non li toglie, o se li toglie lascia un pezzetto. Anche questo è un tratto distintivo, una demarcazione del territorio. Il fiocchetto residuo DEVE esserci, per mostrare al mondo di che pasta siamo fatti noi. Il turista passa di lì e ci getta una cartaccia. In fondo che male c'è, lo fanno tutti. Il pischelletto giulivo con la bomboletta in mano lascia la firma sull'opera appropriandosene definitivamente. Si perché noi, in fondo, siamo convinti che di opera d'arte si tratti. Ed è per questo che alla foto abbiamo dato un tocco fiabesco, un bagliore suggestivo, un'atmosfera accattivante. Voi che ne dite?
Di fronte a simili spettacolini di quotidiana inciviltà rimaniamo sempre stupiti. Che si tratti di arte contemporanea? La domanda sorge spontanea, osservando bene la curiosa composizione in stile "natura morta". Abbiamo un gabbiotto aperto (un contatore? una centralina elettrica?) e alla mercè dei passanti, abbiamo un nastro bicolore acciambellato attorno, risalente probabilmente agli anni '80, lasciato lì a biodegradarsi (speranza vana). C'è l'usuale cumuletto di monnezza, un adeguato contorno di erbaccia, e per finire una scrittina (non ci facciamo mancare niente). Una composizione perfetta. La foto ce la manda Les, siamo nel devastato rione Trashtevere, ma potremmo essere da qualsiasi altra parte. Ormai a Roma il degrado è talmente diffuso e radicato, talmente endemico, che è impossibile non coglierne traccia, ovunque ci si trovi. Questi mini-spettacolini dell'inciviltà italica, tuttavia, il più delle volte sfuggono alla vista del passante distratto, troppo concentrato ad incrociare con lo sguardo il Grande Schifo. Ed è per questo che noi, inesorabilmente, continuiamo a inquadrarli, zoomarli, fotografarli per proporveli sul blog. Isolando il soggetto, forse, si riesce a cogliere la natura del problema. Il proprietario del gabbiotto si fida ciecamente a lasciar aperto il contatore. Non si preoccupa del fatto che, in caso di incidente, la responsabilità per il bambino morto fulminato sarà la sua. La municipale mette i nastri bicolori per segnalare i lavori, ma poi non li toglie, o se li toglie lascia un pezzetto. Anche questo è un tratto distintivo, una demarcazione del territorio. Il fiocchetto residuo DEVE esserci, per mostrare al mondo di che pasta siamo fatti noi. Il turista passa di lì e ci getta una cartaccia. In fondo che male c'è, lo fanno tutti. Il pischelletto giulivo con la bomboletta in mano lascia la firma sull'opera appropriandosene definitivamente. Si perché noi, in fondo, siamo convinti che di opera d'arte si tratti. Ed è per questo che alla foto abbiamo dato un tocco fiabesco, un bagliore suggestivo, un'atmosfera accattivante. Voi che ne dite?
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