Arte urbana, ribellione ed eroi solitari in El francotirador paciente, il nuovo libro di Pérez Reverte
Da Rottasudovest
Sono bastati un paio di tweets domenica pomeriggio, per
mettere in agitazione lettori e pagine culturali dei quotidiani spagnoli:
Arturo Pérez Reverte ha pronto il suo nuovo libro, El francotirador paciente, che
uscirà il 27 novembre 2013, edito da Alfaguara, in Spagna e Latinoamérica. E' passato appena un anno
dall'uscita di El tango de la guardia vieja (appena uscito in Italia da Rizzoli
come Il tango della vecchia guardia), e Pérez Reverte porta i lettori da una
cavalcata in tre atti e in due continenti nel XX secolo, a una storia contemporanea,
in cui l'arte urbana si confonde con il vandalismo e con la guerriglia.
"E' un romanzo di guerriglia urbana, la parte più radicale del graffiti
confina con la guerriglia urbana" spiega oggi lo scrittore a El Pais
"Questo settore più aggressivo vede le sue azioni come una battaglia
contro la società, impiega parole come bombardamento, attacco, missione…
muovendomi tra di loro, con questi writers, ho ricordato la mia epoca di
corrispondente di guerra".
I graffiti come atto di ribellione sono al centro della
storia, la cui protagonista è ancora una volta una donna, Alejandra Varela, una
specialista di arte urbana, che si mette sulle tracce di Sniper, uno dei
writers più apprezzati. Entra così in un mondo pericoloso, affascinante e
marginale. Nessuno conosce Sniper, nessuno ha mai visto il suo volto, nessuno
sa quale sia il suo rifugio, nessuno conosce la sua vera identità, tutti
conoscono le sue opere, che firma con il suo nome e il teleobiettivo di un
fucile (Sniper vuol dire francotiratore in inglese) al posto del puntino sulla
i. Alejandra lo segue da Madrid a Lisbona e da lì a Verona e quindi a Napoli,
per capire il suo obiettivo e il suo mistero.
"Nei miei romanzi c'è sempre un'epica, un tipo determinato di eroe"
spiega Arturo Pérez Reverte in un'intervista a EFE ripresa da tutti i media
spagnoli (e anche sudamericani) "In questo senso El francotiraor paciente
non esce da questo territorio. Il mondo dei graffiti è uno scenario molto
interessante e ha anche una componente singolare di avventura, di guerriglia
urbana". Lo scrittore cartagenero descrive il suo nuovo libro come una
storia "agile, dura e di strada"; per lui "il graffiti è come
una resa dei conti. C'è un rancore sociale in tutte le sue azioni". Per
scrivere El francotirador paciente ha frequentato numerosi writers per un anno:
"Sono stato con loro, ho vissuto il loro mondo, la loro musica"
spiega. Il risultato è "un romanzo con un elemento giovane, moderno,
aggressivo; è pieno di musica. La colonna sonora è spettacolare".
Ha scoperto anche un mondo marginale, con codici molto rigidi, con figure il
cui scopo principale è lasciare un segno di sé, essere ricordati: "Un
writer mi ha detto che scriveva per essere qualcuno; era un tipo marginale,
senza cultura, ma, al lasciare il suo nome sulla parete, esisteva. Sono ragazzi
senza vita, senza futuro, senza presente, che non sono nessuno e che sono
costretti a estinguersi in una periferia. La loro ossessione è che li
conoscano, lasciare il loro nome. 'Scrivo, dunque esisto', mi diceva uno di
loro e non ricordando Cartesio, la frase era venuta a lui". Lo scrittore non identifica un profilo
definito dei grafiteros: "Sono molto diversi, uniti dalla strada. Ci sono
artisti davvero buoni, altri che sono pessimi. Alcuni in futuro vogliono
diventare qualcuno, altri non vogliono essere nessuno. Uno mi diceva: 'Io non
voglio esporre, in un museo competi con Picasso e nella strada con il
contenitore della spazzatura e con il vigile che ti corre dietro. Ma in strada
sei libero'".
C'è una frase che ritorna nel libro e che ha affascinato Pérez Reverte, nella
ricostruzione di questo mondo: "Se è legale, non è graffiti". Ed è il
senso di molta opera dei writers, per cui "il tentativo delle autorità di
addomesticare il fenomeno è inutile. Non si potrà mai riuscire, perché ci saranno sempre dissidenti, gruppi marginali che si rifiuteranno di entrare nel
gioco".
Nell'intervista lo scrittore non nasconde l'ammirazione per alcune delle
persone incontrate in queste notti di tensione, arte, ribellione e sfida:
"Ci sono persone davvero integre, con cui ho ancora un rapporto d'amicizia.
Altre si venderebbero per niente". Come dappertutto, in fondo.
"Erano lupi notturni, cacciatori clandestini di muri e superfici,
bombardieri senza pietà che si muovevano nello spazio urbano, cauti, sulle
suole silenziose delle loro scarpe da ginnastica". Queste le parole con
cui inizia El francotirador paciente.
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