Cosa hanno in comune artisti del calibro di Jeff Koons, Sophie Calle, Michael Lin, e persino David Lynch, con Bernardaud, lo storico marchio manufatturiero francese nel settore della porcellana?
Hanno in comune una collezione di piatti decorati commissionata per celebrare al meglio il centocinquantesimo anniversario dell’azienda, fondata, appunto, nel 1863. Questa edizione limitata si presenta come un grande omaggio all’arte di ciascuno dei suoi “autori”.
Lynch, per esempio, da grande “affabulatore” qual è, sceglie di creare una narrazione attraverso una serie di dodici piatti, e la intitola The Boundless Sea; in maniera simile, Sophie Calle (con tutta probabilità meno conosciuta di David Lynch) artista straordinaria e che ha messo al centro della propria arte la vita, propria e degli altri, opta per una storia articolata in sei piatti, in inglese o in francese.
Come sostiene Jeff Koons, la porcellana è interessante perché ha sotteso, nel senso proprio del termine, la storia della società, passando da oggetto “di lusso” a materiale immancabile nel corredo, a moda superata. Del resto, anche se ormai oltrepassata con decisione, la definizione di “arte minore” conserva intatto il suo fascino. In questo senso, di certo l’arte della ceramica affonda le proprie radici nella notte dei tempi, agli albori della storia dell’umanità. Questo suo attraversare i secoli, le comunità, gli stlemi rappresentativi, la rende un’arte davvero trasversale.
Bella dunque l’iniziativa di Bernardaud, che unisce “vecchio” e nuovo e costituisce promemoria dei tempi passati, attraverso la “modernità” di visionari artisti di oggi.
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