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Arvedo Forni e la risorsa anziani

Da Brunougolini
Arvedo Forni è  stato per otto anni, negli anni ottanta, segretario generale dello Spi-Cgil. Oggi vive a Roma ma continua a seguire, da lontano, le vicende del sindacato e della politica. Anzi sottolinea, con la lucidità di un novantunenne che mantiene la forte voce, capace di appassionati comizi, come tra sindacato e politica non ci sia una barriera. Quando il sindacato, come quello dei pensionati non può fare sciopero ma contratta con regioni, comuni, governi per tutelare i diritti degli anziani, difende le ragioni di 15 milioni di elettori, incide sulle scelte politiche del Parlamento, fa politica.
Arvedo rammenta gli anni della sua esperienza allo Spi. Una vita per il sindacato cominciata, nel 1945, come  segretario della Camera del Lavoro di San Giovanni Persiceto, in Emilia, poi a Bologna e a Roma accanto ad Agostino Novella, Luciano Lama, Vittorio Foa, Fernando Santi, Giovanni Mosca. Infine nel sindacato dei pensionati. Qui, racconta con orgoglio,  c’è il passaggio da 600 mila organizzati a due milioni e mezzo. E’ l’effetto dell’aumento della cosiddetta speranza di vita. Ma anche di un sindacato che sa parlare di anzianità e di vecchiaia e non solo di pensione. Ricorda “Prima esisteva solo il termine vecchiaia. Invece si è stabilito un principio: non è vecchio chi ha tot anni, ma chi si sente vecchio”. Sono gli anni in cui si afferma il concetto di una forza che rappresenta una risorsa per il Paese e non un peso. E che sa denunciare la presenza di tante donne e tanti uomini malati, colpiti nel fisico, i cosiddetti non autosufficienti, ancora oggi oggetto di una piattaforma rivendicativa che fatica a trovare ascolto
Sono anche gli anni che vedono – nel 1984 – la divisione  sindacale sulla scala mobile. Eppure i pensionati sono, non molto tempo più tardi, in grado di ristabilire l’unità e di dar vita ad una grande manifestazione a Roma. “Eravamo in 120 mila ma fu un incontro sereno, fatto anche di momenti di allegria, con i negozianti invitati a tenere aperti i negozi e cosi fecero”. Forni non intende intervenire sui temi più caldi del Congresso Cgil, sulle due mozioni, vuole rispettare l’autonomia di un dibattito impegnativo. Ma la sua storia lunga 91 anni gli fa dire una sola frase: “Se i lavoratori vogliono ottenere qualcosa l’unica strada da seguire è quella dell’unità”.

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