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Ascensione del Signore

Creato il 19 maggio 2012 da Ambrogio Ponzi @lucecolore

20 maggio 2012 Ascensione del Signore Ascensione del Signore
Antifona d'Ingresso At 1,11«Uomini di Galilea,
perché fissate nel cielo lo sguardo?
Come l'avete visto salire al cielo,
così il Signore ritornerà». Alleluia.
CollettaEsulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre, per il mistero che celebra in questa liturgia di lode, poiché nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria. Egli è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli Amen
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura At 1,1-11Fu elevato in alto sotto i loro occhi.Dagli atti degli apostoli Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo. Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo». Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra». Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo». - Parola di Dio
Salmo Responsoriale Dal Salmo 46
Rit. : Ascende il Signore tra canti di gioia.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra. - Rit.
Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni. - Rit.
Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo. - Rit.

Seconda Lettura Ef 4, 1-13Raggiungere la misura della pienezza di Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni. Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell'amore, avendo a cuore di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti. A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo è detto: «Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini». Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra?
Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose. Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all'uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo. - Parola di Dio

Vangelo Mc 16, 15-20Il Signore fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Dal vangelo secondo Marco In quel tempo, [ Gesù apparve agli Undici ] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano. - Parola del Signore
RIFLESSIONI
  • È una liturgia complessa e fortemente unitaria che ci chiede di aprire la mente e il cuore, di non fissarci su una visione troppo fotografica, perché l’Ascensione del Signore è un evento della storia della salvezza dell’agire di Dio nella storia dell’uomo.
Questo evento, che va sotto il nome di Ascensione, in realtà è uno snodo che sta tra l’esperienza della storia della salvezza e l’incarnazione, e da lì si apre un orizzonte in cui anche noi siamo protagonisti. È un evento, quindi, che ci riguarda. Stasera direi di fare in questo modo: dire qualche parola riguardo a questo nodo e poi cogliere alcuni aspetti che si collegano a quanto emerso giovedì scorso. Ciò che noi chiamiamo Ascensione, nei Vangeli comprende Gesù come punto di arrivo e al tempo stesso come punto di partenza. Prima di fermarci su questo aspetto vi prego di porre attenzione su alcuni temi presenti e di importanza vitale per noi anche oggi. C’è un primo aspetto che riguarda il destino dell’uomo L’Ascensione ci dice che noi non siamo destinati al cimitero, ma al Regno, il luogo dove Gesù viene assunto. L’altro aspetto è la chiesa che prende forma da questo evento valorizzando tutto ciò che precede. Di essa ci viene detto il valore e la sua missione. Terza pista: si enuncia il futuro ultimo, il destino finale, ciò che viene chiamato escatologia. Il nostro destino avrà compimento oltre il presente storico. L’umanità cammina, per grazia di Dio, con il Dio che è amore. Dio-Amore ha preparato per noi un destino di vita piena, di comunione vera, di vita che non tramonta. È importante riflettere e pregare su queste letture che hanno uno sguardo di assoluta positività. Gesù è asceso al cielo, e noi siamo chiamati con Lui ad ascendere a nostra volta. Lui vive in modo nuovo e dice che anche noi, pur nel travaglio quotidiano, siamo destinati a quell’esito. Il suggerimento primo è di riprendere questi aspetti ubbidendo all’attrattiva interiore e ritornando su questa prospettiva. Accenno al primo punto. Giovedì scorso il Vangelo di Giovanni (15, 9-17) ci ha permesso di cogliere l’itinerario dell’amore: il Padre, sorgente dell’amore, attraverso Gesù arriva a ciascuno di noi. Così, anche il più piccolo atto di amore contiene in sé l’amore originario che nasce dal Padre. Non è qualcosa di banale, ma un respiro infinito per cui vale la pena operare per la comunione, per i rapporti, per le relazioni. Oggi questo mistero della salvezza ci offre qualcosa di analogo. All’inizio c’è il mistero dell’ignoto: Dio non è visibile, nessun uomo ha mai visto Dio o può vederlo. Dio però esce dal suo mistero, si svela e si mostra attraverso Gesù, tappa fondamentale della rivelazione. Gesù, a sua volta, si sottrae al nostro sguardo per aprire una nuova visibilità attraverso la Chiesa da Lui voluta e dichiarata. Gesù mostra nel suo agire come è Dio: misericordia, perdono, salvezza e amore. La chiesa vive nel concreto di piccole comunità, compresa la famiglia. La visibilità di Dio si attua in queste forme quotidiane. A loro volta, la Chiesa e le comunità si palesano nei singoli tramite il loro agire che è destinato a mostrare Dio. Come nel più piccolo atto di amore si manifesta l’amore del Padre, così nell’agire del credente si manifesta il volto di Dio. Naturalmente, questi passaggi segnano anche un velarsi: nel mio agire, il volto di Dio non splende luminoso come in Gesù, però come destinazione e come grazia c’è la chiamata a mostrare il volto di Dio nella Chiesa, nella comunità e nelle persone. Questo è molto importante, perché dice che siamo chiamati ad accogliere il dono di questa trasparenza, a viverla ed a mostrarla nella sincerità del nostro comportamento. Il fatto per cui ciascuno di noi è chiamato a mostrare il volto di Dio mette in gioco la grandezza e la responsabilità che abbiamo anche nei confronti dello Spirito Santo che opera in noi, se lo accogliamo. C’è da riflettere e pregare.
RIFLESSIONE Come mai fino a quando Gesù era corporalmente presente e visibile, gli apostoli avevano paura al punto di abbandonarlo e tradirlo, e invece dal momento che la sua presenza visibile cessò prese avvio lo slancio missionario?
La nostra condizione è forse diversa da quella degli apostoli ?
In questa prospettiva prende valore il sacramento. Perché è prezioso il sacramento? Il sacramento non è semplicemente un fatto spirituale o materiale (acqua, vino, assemblea, parola…), ma è la congiunzione tra l’invisibile e il visibile. Dio si mostra attraverso i segni visibili posti da Lui attraverso Cristo. La nostra condizione, oggi, è forse più scoperta di un tempo? L’Ascensione ci dice che diventa un punto di partenza. Sembrerebbe qualcosa di non visibile, ma con l’Ascensione non finisce qualcosa, anzi si apre una nuova prospettiva, inizia un nuovo cammino. Gesù continua a dirci che nell’annuncio della Parola e nell’Eucarestia abbiamo qualcosa di più di quanto l’uomo avesse all’origine. E per questo maggiore è la nostra responsabilità, la fortuna e la grazia. Gesù lascia ai discepoli la visibilità dei segni e la sua Parola da annunciare e testimoniare. La visibilità che noi possiamo dare è legata alla Parola e alla testimonianza operata attraverso la nostra vita.

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