Ascoltavo le maree è l’esordio letterario di Guido Mattioni, oltre che un esempio eclatante della deriva dell’editoria italiana. Rifiutato dalle maggiori case editrici del nostro paese, l’autore sceglie di autopubblicarlo su una piattaforma americana in formato ebook e da lì alla vittoria ai Global Ebook Awards 2013 la strada non è molto lunga. Eppure soltanto dopo essere stati redarguiti dai lettori e dalla critica d’oltreoceano il libro è finalmente arrivato in formato cartaceo anche in Italia, grazie alla INK edizioni di Francesco Bogliari. E mentre negli Stati Uniti è titolo di studio e di esercitazione alla Georgia State University di Atlanta e alla Learn Italy School di Manhattan, in Italia è ancora un titolo poco conosciuto. Del suo iter editoriale avevo già scritto nell’introduzione alla recensione di Gilda Lomonte per il Libro del Martedì, qui.
Ascoltavo le maree, di Guido Mattioni
Edito: INK edizioni (2013)
Pagine: 213
ISBN: 978-8897879053
Prezzo di copertina: 14€
Ebook: disponibile al prezzo di 6,99€
Ascoltavo le maree è un libro riflessivo e suggestivo che si modella sull’esperienza del suo protagonista, Alberto Landi. Il romanzo si apre con la partenza di Alberto per Savannah, l’ultima partenza che segnerà il suo trasloco definitivo in Georgia. La dichiarazione d’amore per Savannah, una città che assume da subito contorni umani e pulsanti, è commovente e scritta con grande maestria. La descrizione di quel senso di appartenenza ancestrale che ad alcuni capita di provare nei confronti di un luogo diverso da quello che ci ha cresciuti, quella sorta di mutuo riconoscimento che si rinnova ad ogni ritorno dandoci l’impressione di tornare a casa, non importa a quanti kilometri ci si trovi dalla propria abitazione, vale già tutto il romanzo ed è stato il motivo che me lo ha fatto amare sin da subito.
"Mi era successo di rendermi conto come possa valere anche per un luogo quello che vale per una persona – un battito dentro, intendo – dal momento che l’innamoramento sarà anche una follia, ma splendida proprio perché non ha bisogno di darsi ragioni."
La storia si snoda attraverso paesaggi naturali e paesaggi dell’anima; mentre la Natura si schiude nella sua forma più autentica e inebriante, il lettore ricostruisce il passato del protagonista, ne assapora i dolori e ne condivide i ricordi. Madre Natura è compagna indiscussa di Alberto nella sua esperienza di elaborazione del lutto e di cambiamento. Ascoltavo le maree è un romanzo d’amore, una lunga poesia dedicata alle donne di Alberto, senza le quali la vita sarebbe un po’ meno degna di essere vissuta, senza le quali tutto avrebbe un po’ meno sapore. Sono donne meravigliose quelle di Alberto, ma lo sono nella loro essenza, nel loro sapergli stare accanto in un modo che non smette di meravigliarlo, che non è sublimato dall'assenza ma dal ricordo, nel caso dell'adorata moglie, della chiara e netta presenza nella sua vita. Tra i tanti temi toccati in questo affascinante romanzo, uno che ritengo particolarmente interessante è quello della comunicazione. L’autore, forse in virtù della sua esperienza di giornalista, ci racconta tante storie e tanti personaggi e lo fa scegliendo per ognuno di loro un registro diverso e peculiare, ogni persona non è il proprio fisico, non è soltanto la propria storia, ma è soprattutto il modo in cui si dà agli altri e in cui comunica, dal logorroico affabulatore Morty, al consigliere sindaco di Sandfly, allo scrittore di poesie incontrato in piazza, con una modalità che è funzione indispensabile del messaggio.
Guido Mattioni è un autore italiano che ha scritto un libro ambientato in America in modo ineccepibile, distillando il meglio delle tradizioni letterarie di entrambe le culture. Leggendo il romanzo in inglese ci si trova di fronte a un vero romanzo americano che ci racconta il Sud come potrebbe farlo solo un americano, con una lingua che essendo traduzione, diventa un inglese forbito, mai sciatto o televisivo. Ma il romanzo nella sua lingua d’origine è meraviglioso, comunicativo, commovente e ricco di sfumature e di musicalità. La struttura è più vicina alla tradizione anglosassone che non a quella italiana, in cui il presente è spesso interrotto dal flusso di coscienza, e la ricostruzione degli eventi che conducono Alberto al cambiamento è frammentaria e inframezzata dalla storia della città e da ricordi di viaggio, così che la sospensione offuschi la mancanza d’azione. E il finale, ciliegina sulla torta, è inaspettato e chiude in modo perfetto il cerchio con un ultimo importante messaggio.
"destiny comes when it wants to, without notice, making it unnecessary to scramble and run"
Magazine Cultura
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