Nella foto un nido deserto
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Cremonoggi è costretta a riferire che mancano 50 iscrizioni su 200. E dire che il nido a retta zero era un gioiello del welfare di Cremona, una perla rara.
“Il Comune ha proceduto in modo unilaterale – commenta Andrea Virgilio, Partito democratico – e il decisionismo gli si ritorce contro con effetto boomerang. Ora l’amministrazione sta rendendo inaccessibile un servizio importante come il nido. È vero che i costi di quella parte di welfare che sta fra il sanitario e il sociale è ricaduta sui Comuni, che si trovano nelle difficoltà finanziarie ben note, ma ogni decisione andrebbe partecipata, non imposta. Anche noi del centrosinistra in passato abbiamo errato. Il termovalorizzatore era la scelta più tecnologicamente avanzata”.
Ora sono guai, ma la prossima volta il centrosinistra cambierà stile: “Ci sono le commissioni – continua Andrea Virgilio – c’è la possibilità di fare audizioni, incontri anche in modo informale con persone qualificate”. E così intanto se ne va uno dei motivi di pregio del Comune di Cremona.
Famiglie, sindacati, associazioni di vario tipo, molti si sono battuti contro l’imposizione delle rette. Il Comune cerca di fare marcia indietro, dà la colpa all’Isee e ai falsi poveri, ma la scelta è stata delle più impopolari. Tasse di fatto anche sui bambini.