I
…che
la fuga dall’Elba potrebbe causare, che poi
si potrebbe arrivare in quel del petroburghese
o più in là o più in qua che
poi forse ce n’è già una buona meeeee-tà.
Malaticcio a svernare in tundra o meglio steppa;
ski sciarade e score e discor scivolando
soverchiando la tal cresta:
one-sec-ter-cittìr e lucesìm cla-clap esponenziale luce sia
(si immagini ora un gruppo di amici surfare:
notansi le pinne subacquee dell’attrezzo spaccare
flutti e schiume che fisicamente non possono accettare)
e limitatissima forbice hertz-fzz-fzz-zotica
(stesa su terre opportunamente non sottoposte a maggese-se
arate ancora, e ri-mille volte consunte-te)
precisamente inscrivibile fra i garretti d’un equinop-op
ih-ih-iiih raju! Ma ya ne panimayu!
Poi, gorgogli feriti in lontananza
della Mosa o dietro quell’altura
antenne ed Ardenne a ricevere spoglie
o lasciarle partire le spoglie, in sventolii di gualdrappe:
Sedan, oh Sedan! se non resa la daga-ga
Sedan, oh Sedan! se non stesa la diga-ga
end
all we hear is…
II
Dunque or, or allora dunque mi ritro’vovaivovna fermo ed ecce-
-zionalmente in fermento; rude grezzo fatto
con affilatissima accetta e rifinitissimo
con roncola o falce di taglio netto al
al-alla radio lalalla;
ricevente solo in effe-emme
per oculatissima scelta quasi involontaria
di motivi di
monco, o tale pseudo la sventura di avan
forse d’un braccio quasi rotto
ripercuo-te-te-tente sulla sintonizzazione.
Copeche bucate da inanellare
fra nugoli di briciole e resti sabbiosi
salmastri e marini d’abissi taschiferi
fra molluschi squali e correnti.
Combien le pharmacien?
con le dita sul ginocchio che appropinquano al polpaccio
si ritrovano stupite a navigare
e divagare e constatare come cose che,
la terra in lontananza non in-
- OuverturenD -
-fluisce sulle schiume.