Questo weekend, tra una torta e l’altra, sono finalmente riuscita a dedicarmi di nuovo alla visione di qualche film.
E dopo una serata di faticoso lavoro in cucina una bella commedia divertente da farti sganasciare dalle risate era proprio l’ideale.
Littizzetto-De Luigi, ho pensato, fossero un’accoppiata vincente.
Ho un ricordo, legato alla figura di Luciana Littizzetto, che risale a più di dieci anni fa e che ancora mi fa sorridere…
Mi trovavo in vacanza ad Alghero, ero bella spalmata sul mio asciugamano in spiaggia e leggevo, o almeno ci provavo, uno dei suoi primi libri. Ridevo talmente tanto che, per riuscire a finire una pagina, mi ci volevano almeno 10 minuti. E ridevo di gusto, a lacrime e in modo sonoro. Tanto che, ad un certo punto, si avvicinò la vicina di ombrellone: “scusa se ti disturbo, mi dici cosa stai leggendo? ho una voglia matta di farmi anche io una bella risata!”. Lì per lì mi sono un po’ vergognata e, a dirla tutta, pensavo mi stesse prendendo in giro…
Invece no! Quella stessa sera la rincontrai in spiaggia, stessa postazione della mattina e aveva in mano il libro della Littizzetto che le avevo consigliato! Meravigliosa, rideva come una bambina!
De Luigi, invece, lo ricordo ancora nelle vesti di cantante neomelodico a Mai dire Gol. C’è simpatia fra di noi è ancora un tormentone a casa mia!
Aspirante vedovo è davvero una schifezza di film. Non me ne vogliano attori e regista che, in linea di massima, mi piacciono sempre, ma questo film è inguardabile. La trama è semplice e scontata: lui, imprenditore edile sull’orlo del fallimento, cerca di far fuori la moglie, ricchissima, per poter agguantare l’eredità che gli consentirebbe di risolvere tutti i suoi problemi e fare finalmente la vita che desidera. Lei, che ormai odia il marito per la sua mediocrità, si rifiuta di continuare a pagare i suoi debiti ma non vuole nemmeno ammettere il fallimento del matrimonio per cui continua a starci insieme disprezzandolo. Alla fine chi muore è lui.
Nel frattempo nessuna battuta veramente divertente, solo cliché stereotipati. Il film ti scivola addosso senza lasciare traccia se non un profondo senso di tristezza per il modo in cui si esalta la falsità del rapporto uomo/donna negli ambienti altolocati. Veramente patetica la scena in cui lui si finge paraplegico e non riesce a superare le barriere architettoniche.
L’idea di fondo non è nemmeno malvagia ma il film non vale il biglietto. Poteva essere decisamente più divertente!
Ritenta e sarai più fortunato!