Magazine Per Lei

ASSALTI FRONTALI. Le nuove frontiere della difesa personale.

Creato il 28 aprile 2011 da Nina
Proseguiamo col racconto del première-Paris, che per quello del viaggio non sono ancora pronta.
Per la cronaca sono oberata tra lavatrici, casa da sistemare e tutto il resto cui già ho accennato ieri.
Ordinaria amministrazione della vita quotidiana, nulla di esaltante direi.
Perciò glissiamo allegramente e saltiamo alla parte divertente.
-
ISN'T IT IRONIC? (don't you think?)
ASSALTI FRONTALI. Le nuove frontiere della difesa personale.
Il giorno prima della partenza, quello in cui ti dai alla pazza gioia dei preparativi e ai piaceri perversi dell'immaginazione più ardita e anticipi stati d'animo che vivrai quando sarai lì, io l'ho passato a correre diperatamente per preparare tutto entro la mattina visto che ho la nomina di Miss mi riduco sempre all'ultimo minuto. Questo perchè la vita (o chi per Lei) nella sua immensa generosità mi ha fatto recapitatare una mail in cui venivo convocata (nel pomeriggio) dall'ente per cui lavoro, al fine di formalizzare le ore di un corso di formazione che ho seguito nell'anno 2009/2010. Ma pensa te che tempismo, non solo un anno dopo, ma addirittura proprio il pomeriggio prima della partenza. Questo a casa mia si chiama culo.
Ora io di questo corso avevo accennato in questo post e vi consiglio di rinfrescarvi la memoria perchè tutto ha un senso, tutto torna e mi so prendere le mie rivincite. Perchè a quel corso ho conosciuto Lei, S. l'unica persona-conoscente con cui avevo deciso di fare outing, anzi la seconda, ma andiamo per ordine.
I biglietti del treno che mi porterà alla sede li compro dal solito giornalaio, quello fuori dalla stazione. Lui, un ragazzo della mia età su per giù (trentaequalcosa), mi riconosce anche se non ci passo da una vita e mezzo, mi saluta mentre io in cuor mio sto sperando che non si ricordi di quella lontana conversazione che abbiamo avuto: esattamente quella in cui lui mi consigliava tecniche "sicure" per rimanere incinta (non ci devi pensare - fatelo quando tu hai un po' di febbretta - non fatelo come fanno certi amici miei che si mettono a contare i giorni ma solo quando vi và - non ti fissare - se deve arrivare arriva...). Un genio.
Si avete letto bene, Genius è stato l'altro (prima di S.) con cui ho fatto outing quei giorni, maledettamme chissà che m'era presa! Ma è che mi beccò a curiosare e a sognare con una rivista in mano, topic: Gravidanza (ingenua me che pensavo di rimanere incinta a breve) e di conseguenza abbiamo iniziato a parlarne visto che Genius ha una bimba piccola che con la moglie hanno cercato per...tò due soli mesi. Fin qui.
Il dramma è che Genius si ricordava eccome di quella confidenza fatta nell'inverno del 2010 e così il 20 aprile del 2011 lui si sente chiaramente in diritto di porgermi la scomoda e temibile domandina di rito, con quella complicità di chi non ha bisogno di chiarire il soggetto della frase, che è sottinteso (dopo più di un anno?):
- ANCORA NIENTE? -
No, dico, parliamone. Ma tu ti stai rendendo conto che hai usato due parole che messe in fila così pesano come macigni? Che poi c'è quel niente che sa tanto di mancanza, di vuoto, di difetto, non è bello da dire no? Ma me la sono cercata e mo mi tocca pedalare. Così rispondo un secco ma cordiale - No -, lui mi ricambia con un sentito e partecipativo - Mannaggia - e poi se ne esce con la frase che denuncia il suo essere a corto di argomenti intelligenti. Ma d'altra parte ormai lo sappiamo tutti che sei un genio, fai più bella figura se taci deficiente:
- Non ci devi pensare! - Aridaglie. Cazzo ne sai te coglione.
Sorrido (più che altro ghigno) e mi dileguo.
E da questo episodio è nata la prima considerazione sul quel raggiante e promettente pomeriggio che si spalancava davanti ai miei occhietti increduli: sarà una giornata difficile, fidati che questo è solo l'inizio. Preparati.
E difatti a posteriori posso affermare che tutto quello che è venuto dopo è stata l'ennesima conferma di quanto la vita sia ironica e si diverta a metterti sempre di fronte a ciò che stai cercando di evitare, a cui non vuoi pensare, come un fottuto bastone tra le ruote in una cazzo di strada demmerda già dissestata e tortuosa di suo (scusate la sfilza di francesismi, passatemeli). Ma si mettiamoci pure il carico no? E poi diamine io sto per partire ed è a Paris che vorrei pensare. S'il vous plaît. Vorrei essere lasciata in pace, è chiedere troppo?
Ma ancora ignara andavo incontro al mio destino beffardo, perché il peggio, ahimè, doveva ancora arrivare.
Sono alla sede, incontro le altre colleghe di lavoro e di corso, si chiacchiera amabilmente del più e del meno e poi all'improvviso vedo apparire LEI, splendente e radiosa col suo pancino ripieno da 6 mesi. La sorreggono due amiche piene di premure e di attenzioni, ma perchè è malata? Poco male, andiamo avanti e vediamo quale altra sorpresa mi regala questo giorno che avevo sognato e immaginato carico di letizia e leggittima spensieratezza.
Saliamo su, dove si terrà il colloquio e lì (cosa che avevo trascurato, sottovalutato, o beatamente rimosso?) rivedo LEI, S. quella che mi offriva passaggi dopo il corso, quella a cui ho aperto il mio cuore (traduci outing) e che mi ha ripagata nei mesi a venire (dopo la fine del corso) inviandomi messaggi per sapere se c'erano novità e mandandomi regolarmente in bestia. E non si è smentita neanche stavolta, perchè la seconda domanda che ha pensato bene di rivolgermi dopo - Come stai? - è stata quella , sempre la stessa:
- ANCORA NIENTE? -
Ma che fantasia. Ditemi la verità, vi siete messi d'accordo tu e quell'altro cretino oggi? C'è una qualche forma di comunicazione misteriosa tra voi due di cui dovrei essere a conoscenza? E' un complotto delle forze oscure del male contro il mio fragile equilibrio di donna infertile? Dev'essere pefforza così sennò come me lo spiego!
La liquido abilmente con un secco - No - (dejavù) e poi aggiungo che - ci siamo presi una pausa - e passo oltre.
Tracorro la restante infinita oretta nella stanza a colloquiare con il presidente della commissione insieme alle altre, mentre l'incintata si alliscia continuamente la panza manco fosse la lampada di Aladino. Più volte ho sperato che da lì magicamente uscisse il genio, mi sarei accontentata di un solo desiderio. Ve lo giuro.
Ma sorvoliamo, che in fondo io sono sempre quella che sta per farsi una vacanza alla Ville Lumière, non devo scordarlo. Finalmente finisce l'agonia e usciamo. Ma S. prontamente mi bracca perchè lei VUOLE sapere, lei DEVE andare a fondo in questa faccenda che sennò non dormirà sonni tranquilli stasera:
- Insomma mi dicevi che vi siete presi una pausa? - ma perchè ti ho dato l'impressione anche solo per un attimo di volerne parlare ancora? Se è così devo aver sbagliato qualcosa, è evidente. Meglio mettere subito le cose in chiaro così la facciamo finita una volta per tutte:
- Si, perchè ho fatto tutti gli esami del caso ed è uscito fuori che ho le tube chiuse in cima perciò non c'è molto da fare, non posso avere figli in modo naturale -
(...)
e ancora
(...)
E qui ti volevo bella mia e mo come la mettiamo? Ti mancano le parole adesso? Vuoi comprare una vocale?
Lei mette su una faccia che è un misto tra oddiocomemidispiace/chepenamifai e come diavolo ho fatto a mettermi in questa situazione. E te lo dico io come hai fatto: non ti sei fatta i cazzi tuoi, ecco come hai fatto!
E' così che vanno le cose nella vita, che ti aspettavi? Di solito è questo che succede: tu fai domande e la gente poi ti risponde. Così impari a chiedere (stronza) e la prossima volta ci pensi su prima, visti i precedenti.
Lei tenta goffamente la ripresa laterale, ma ormai la palla è fuori:
- Vi farete dare una mano? - Ma come parla questa? Ma chiamiamo le cose col loro nome per piacere che non è una parolaccia, si può dire, possiamo parlarne. Misà che sta più a disagio lei di me. Così l' aiuto io:
- Si, faremo la F.I.V.E.T... - e scandisco bene. E mo vediamo che faccia mi offre. Lei abbassa lo sguardo. L'imbarazzo è t.o.t.a.l.e, la tensione palpabile.Touché. Caput. Mi concedo qualche secondo per godere e per scattare una foto mentale della sua espressione sconvolta (si, voglio ricordarti per sempre così) e poi termino la frase:
 - ...perciò ci stiamo dando tempo per valutare bene le cose, ora ci impegneremo a cercare una casetta da comprare e poi faremo quello che và fatto - che fa molto ho tutto sotto controllo, anche se non è vero ;)
Si capisce che sono stanca di nascondermi? E' ora che questa tipologia di persone sappia che l'infertilità non solo è una realtà, ma è anche molto più frequente di quanto si immagini ed esiste anche se loro la ignorano beatamente. Sia mai che poi imparino ad essere più delicate e discrete sapendo che c'è la possibilità di ricevere la tanto temuta risposta: Non possiamo avere figli in modo naturale, seguita magari da qualche parolaccia tipo FIVET, PMA, IUI, ICSI....Della serie: ma che robba è? O_o
Perciò secondo punto per me (il primo è stato questo) e credo che da oggi in poi continuerò su questa strada: a scomode domande io risponderò con scomode risposte.
Beccatevi la nuova Nina.
ASSALTI FRONTALI. Le nuove frontiere della difesa personale.

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