Arsala Rahmani, assassinato a Kabul
KABUL - Un alto esponente del consiglio di pace afghano, ed ex ministro dei talebani, è stato assassinato a Kabul, vicino all'università, mentre si stava recando in parlamento. Lo riferiscono fonti ufficiali. Arsala Rahmani, 75 anni, aveva un ruolo chiave per l'apertura di negoziati con i comandanti talebani. Rahmani è stato ucciso mentre viaggiava in macchina nella parte ovest della città, raggiunto da un proiettile i una pistola munita di silenziatore sparato da un altro veicolo in corsa, una Toyota bianca secondo i testimoni. Rahmani non aveta guardie del corpo. Rahmani, attualmente senatore, era stato il ministro dell'istruzione durante il regime dei talebani ed era statp un comandante mujaheddin durante la "Jihad" contro le forze d'occupazione sovietiche. L'omicidio è avvenuto vicino alla sua casa nel quartiere di Dehburi. L'alto Consiglio di pace è stato creato due anni fa dal presidente Hamid Karzai, cui Rahmani era legato da amicizia, per cercare di coinvolgere i talebani nel processo di pace. Il capo del Consiglio Burhanuddin Rabbani, ex presidente afghano, era stato assassinato l'anno scorso da un kamikaze. L'ambasciata statunitense a Kabul ha definito su twitter "una tragedia" l'assassinio.
Il consiglio per la pace in Afghanistan è stato istituito due anni fa dal presidente Karzai per aprire i negoziati con i ribelli. Il consiglio è stato accreditato presso centinaia di talebani con il compito di conciliare i comandanti in campo, ma non era riuscita a trattare con tutte le personalità di alto livello dalla insurrezione. Rahmani è stato il responsabile per la commissione che ha esaminato liberazione dei prigionieri talebani da Bagram e altre prigioni afghane. Ma quanto il consiglio di pace abbia raggiunto nei due anni da quando è stato istituito rimane poco chiaro. Anche se i talebani hanno negato la responsabilità dell’uccisione dello scorso anno del capo del cinsiglio Rabbani, vedono comunque il governo filo-occidentale di Karzai come illegittimo. Nel mese di marzo i militanti avevano sospeso i negoziati di pace paralleli preliminari con gli Stati Uniti, dicendo che gli sforzi degli Stati Uniti per coinvolgere le autorità afghane erano un inciampo alle trattative.