C'è l'assenza di foto, che non sto più facendo. Complice la morte del "mio" portatile, quello che aveva Gimp e tutte le cose belle, mi fa fatica scaricarle.
C'è l'assenza di voglia: non ho più voglia di cucinare, né di pulire la casa, né di riordinare. Per carità, non che io sia mai stata una casalinga provetta, ma da qualche mese proprio mi manca la forza di volontà, in ogni campo.
C'è l'assenza di tempo: mi sembra che le ore mi scivolino tra le dita. Mi sveglio prima apposta, ed arriva subito l'ora di far alzare i bambini. Salgo dopo cena appena possibile, ed è già ora di dormire. Mi addormento ed è già ora di svegliarmi.
E c'è l'assenza di me dal mio blog. Perché?
Forse è che a farsi i fatti miei in questo luogo ci sono troppe persone sbagliate.
O forse è il luogo ad essere sbagliato.
Ormai i blog vengono percepiti come una vetrina, come un "che bello quello che fai". Io stessa l'ho usato come una specie di diario fotografico, negli ultimi anni.
Ma, senza le foto, che senso ha tenere un diario che tutti possono leggere? Un diario in cui non ti puoi sfogare di questo perché ti potrebbe beccare il tale, in cui non puoi raccontare quest'altra cosa perché poi non rimane più riservata. Per quello c'è il mio paperblanks.
Eppure io vorrei raccontarvi quello che mi succede. Vorrei mettervi a parte di questa bellissima, travolgente esperienza di scrittura, ma senza che poi chiunque si senta autorizzato a parlarne a sproposito. Vorrei condividere qualche riflessione sull'educazione di Daisy e dei figli, ma senza dover rassicurare poi le persone che travisano i problemi e pensano che il cane sia o uno zerbino o una macchina di morte impazzita.
Probabilmente voglio l'impossibile. Mi resta solo decidere qual è il male minore.
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