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Assisi, il Tar boccia il sindaco Ricci sulle quote rosa

Creato il 21 giugno 2012 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

Il sindaco Ricci invece di prendere atto di una sentenza che è conforme agli orientamenti ormai consolidati e presi anche dal Consiglio di Stato, insiste in una posizione contro le donne e illegittima. Ricordo che il sindaco l’8 marzo 2011 inviò una poesia a tutte le dipendenti comunali in cui apprezzava il loro impegno non solo a livello familiare, ma anche sociale perché “la presenza femminile è un bene prezioso”. Il giorno stesso estrometteva l’unica donna in giunta. Oggi il Tar ha sentenziato sull’obbligo di legge riguardante l’inserimento di una donna in giunta, ma il sindaco dichiara di non volere ottemperare alla sentenza ed afferma di voler ricorrere al Consiglio di Stato. Ciò denota una doppiezza comportamentale e scarsa credibilità. Errare è umano, perseverare è diabolico. Ormai da anni nuove disposizioni di legge hanno innovato a favore di un equilibrio in ogni organismo rappresentativo tra uomini e donne per un principio di uguaglianza sociale. Non voler prendere atto di ciò da parte del sindaco equivale solo a voler prendere tempo per non assumere una decisione politica. Il sindaco di Roma, Alemanno, sulla questione è apparso più perspicace. Ha ottemperato subito alla disposizione del giudice, ha evitato polemiche ed ha inserito in giunta ben due donne. E il comune, quindi i cittadini, con le loro tasse, pagheranno le spese legali per l’appello destinato alla sconfitta.

Simonetta Maccabei

 



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