Per parlare di Assunta Spina ho dato la parola a Esse che come sapete collabora attivamente con E Muto Fu da qualche tempo, specie per il cineforum. Anche se è noto che la regia sia stata opera della Bertini con la collaborazione di Alberto Carta, ho lasciato nel titolo Gustavo Serena come solitamente riportato.
Cast e Credits: Sog.: dal dramma omonimo di Salvatore Di Giacomo (1909). Scen.: Gustavo Serena, Francesca Bertini. F.: Alberto Carta. Scgf.: Alfredo Manzi. Int.: Francesca Bertini (Assunta Spina), Gustavo Serena (Michele Boccadifuoco), Carlo Benetti (don Federigo Funelli), Alberto Albertini (Raffaele), Antonio Cruicchi (padre di Assunta), Amelia Cipriani (Peppina), Alberto Collo (una guardia). Prod.: Caesar Film
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Con un po’ di ritardo e un velo di nostalgia vi scrivo stavolta della proiezione a cui ho assistito la scorsa domenica a Bologna: in occasione del Cinema Ritrovato è stata proiettata infatti una pietra miliare del cinema muto nostrano, Assunta Spina (1915), diretto da Gustavo Serena e da Francesca Bertini.A farla da padrone è proprio la Bertini, che primeggia non solo nel ruolo della protagonista ma anche nella veste inedita di regista, benché tale ruolo le sia stato riconosciuto solo qualche tempo dopo (è stato lo stesso Gustavo Serena, il regista ufficiale del film, ad ammettere la collaborazione dell’attrice). Il film è stato proiettato nella versione restaurata nel 1993 dalla Cineteca, con i colori ripristinati dalla pellicola originale grazie a una copia in ottime condizioni reperita nella Cineteca di San Paolo, in Brasile; di questa stessa edizione restaurata viene presentato quest’anno il dvd, curato sempre dalla Cineteca di Bologna.
La storia è ambientata a Napoli, all’inizio del 900, e Francesca Bertini interpreta una lavandaia devota al fidanzato geloso e violento, che finirà per condurla in prigione senza alcuna colpa. Il valore storico del film risiede nella verosimiglianza dell’ambientazione e nella maggior naturalezza della recitazione, molto diversa dai languori e dalle affettazioni che andavano per la maggiore nel nostro cinema di allora. La stessa Bertini, che era diventata una diva grazie a quello stile recitativo, con questo film se ne allontana, consacrandosi a una vena realistica che si impegnò a sviluppare anche spinta dall’amore verso la città partenopea, di cui era originaria.
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La proiezione si è svolta nella piazzetta Pier Paolo Pasolini, all’interno della Cineteca di Bologna, con l’ausilio di una lanterna a carbone predisposta per l’occasione: tale lanterna, che presenta il medesimo meccanismo di quelle d’epoca ed è realmente alimentata a carbone, ha permesso di ricreare un’atmosfera luministica in tutto simile a quelle che presumibilmente accompagnavano la visione dello stesso film al tempo della sua prima uscita. Ad accrescere la suggestione del momento, il film era accompagnato da musica e canto dal vivo grazie alla presenza di Guido Sodo e François Laurent, che come un coro da teatro greco seguivano e commentavano musicalmente le vicende rappresentate sullo schermo, con accenti partenopei adeguati alla storia. Sicuramente un’esperienza singolare e consigliata a ogni cinefilo, anche solo per sperimentare il cinema in condizioni e suggestioni vicine a quelle di cento anni fa!
Esse