Il nuovo nome è già famoso lungo la frontiera. Ne parlano con ammirazione. Primo perché è un pronipote di Pancho Villa , il grande rivoluzionario. Poi agli oc chi dei cittadini è pulito. Nel senso che non è intrallazzato con i narcos. Per questa ragione il sindaco di Torreón, Eduardo Olmos, gli ha affidato il comando della polizia richiamandolo dalla pensione , 61 anni , fisico possente , una vita passata all’esercito , il generale Carlos Villa da quasi un anno prova a difendere la città sconvolta dalle violenze che oppongono i Los Zetas al cartello di Sinaloa.
Una faida di oltre 100 vittime nel solo ultimo anno. Una parte dei 12658 omicidi registrati in Messico nel 2010. Cifra che tradotta in statistica segnala un aumento del 52% e un delitto ogni 40 minuti. La battaglia intensa è dovuta all’importanza strategica della città. Da qui partono tre corridoi usati dai contrabbandieri. Il primo punta verso Laredo , il secondo Ciudad Juárez e il terzo si allunga verso la California.
Appena insediato Villa ha dovuto combattere il nemico peggiore. Gli sbirri corrotti. Torreón ne era piena. Mario Fernandez, dimessosi nel 2008, è diventato uno dei leader dei Los Zetas con il soprannome di Ombra. Lo hanno arrestato un anno dopo. Buttata la divisa si è calato il cappuccio in testa.
Il predecessore di Villa ha provato a fare pulizia e ha licenziato – nel 2009 – 302 agenti. Poi se ne è andato lasciando la palla del generale, che a sua volta ha iniziato a sbarazzarsi degli inaffidabili. I poliziotti, ovviamente , non hanno gradito. E a marzo si sono ribellati. Una delegazione ha mandato un ultimatum al sindaco “Se non lo caccia ci dimettiamo in massa”. Oppure cambiate le guardie del corpo di Villa. Il sindaco regalò una vettura blindata per Villa e ha cacciato i corrotti.
Rimasto senza uomini il generale ha trovato aiuto nell’esercito , una forza compromessa solo in parte con il crimine. Una sessantina di soldati sono diventati poliziotti. E con questa task-force , Villa ha lanciato la sua campagna. Qualcuno ha paragonato i suoi militari ai celebri Dorados , i ribelli a cavallo di Pancho Villa.
La guerra è senza pause. Tre guardie del corpo di Villa sono state fatte sparire e di una hanno fatto ritrovare solo la testa. Il generale vive in caserma con il suo boxer. Quando esce indossa il giubbotto antiproiettile e al fianco porta la Desert Eagle , una pistola ad alto impatto. I trafficanti organizzano bene i loro attacchi , compiono incursioni nelle prigioni , si muovono in colonne di pick-up con le quali effettuano attacchi alle postazioni dei rivali e ai commissariati non amici .
Villa contrasta il potere delle gang e tiene sotto controllo i dipendenti dell’amministrazione. E’ facile perderli , dato che i narcos pagano. E’ calcolato che paghino fino a 100 milioni di dollari all’anno in tangenti ad agenti e superiori. Così il generale ha avuto un aumento di stipendio dei poliziotti : ora il salario può arrivare fino a 800 dollari. Somma consistente per gli standard messicani. Ma non basta rispetto alla disponibilità dei banditi , La porta del Nord è molto importante.