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Ateismo, 10 miti e 10 verità

Creato il 16 maggio 2013 da Dragor

   A dire il vero detesto il termine « ateo». Non mi piace definirmi con una negazione. Non mi considero a-teo, cosi’ come non mi considero non-omosessuale. Mi considero soltanto normale. Ad avere un problema sono loro, i teisti e i gay. Ma il grande Sam Harris (di cui consiglio a tutti di leggere “La Fine della Fede”), usa il termine « ateo», cosi’ in questa traduzione l’ho sostituito soltanto un paio di volte con «libero pensatore». Leggete e ditemi come vi sembra.

   ALCUNE STATISTICHE indicano che il termine “ateismo” ha acquisito negli Stati Uniti un significato cosi’ negativo che il fatto di essere un libero pensatore è ormai un ostacolo alla carriera politica ancora più che essere neri, musulmani o gay. Secondo un recente sondaggio di Newsweek, solo il 37% degli americani vorrebbe come presidente un ateo dichiarato. Gli atei sono spesso immaginati come intolleranti, immorali, depressi, ciechi di fronte alla bellezza della natura e dogmaticamente chiusi all’evidenza del soprannaturale. Persino John Locke, uno dei grandi patriarchi dell’Illuminismo, credeva che il libero pensiero «non dovesse affatto essere tollerato» perché «promesse, patti e giuramenti, che sono il collante delle società umane, non hanno alcuna presa su un ateo». Questo accadeva più di 300 anni fa. Ma, negli Stati Uniti attuali sembra che non sia cambiato quasi niente. L’87% della popolazione afferma di “non aver mai dubitato” dell’esistenza di Dio; meno del 10% si definisce atea e pare che la sua reputazione si stia deteriorando sempre più. Poiché in qualsiasi gruppo sociale gli atei sono spesso fra gli individui più intelligenti e più preparati, cerchiamo di sfatare i miti che impediscono loro di avere un ruolo più importante nella società.

   1. GLI ATEI CREDONO CHE LA VITA SIA PRIVA DI SIGNIFICATO

   Al contrario, sono i credenti che spesso ritengono la vita priva di significato e pensano che possa essere redenta soltanto dalla promessa di una felicità eterna dopo la morte. In generale, gli atei sembrano valutare maggiormente la vita. C’è un solo modo per dare un autentico significato alla vita: viverla pienamente. Le relazioni con le persone che amiamo sono significative nel presente, non quando saremo sotto 2 metri di terra. I liberi pensatori tendono a considerare... priva di senso la paura che la vita non abbia un senso.

   2. L’ATEISMO E’ RESPONSABILE DEI PIU GRANDI CRIMINI DELLA STORIA

   I credenti amano affermare che i crimini di Hitler, Stalin, Mao e Pol Pot sono stati l’inevitabile conseguenza della mancanza di fede. Niente di più falso. Il problema del fascismo e del comunismo non risiede nella critica della religione ma nel fatto di assomigliare alla religione. Queste ideologie sono profondamente dogmatiche e generalmente partoriscono culti della personalità identici alla venerazione di un qualsiasi idolo. Auschwitz, i gulag e i campi di sterminio non sono esempi di quello che accade quando gli esseri umani rifiutano il dogma religioso. Al contrario, sono effetti di dogmi politici, razziali e nazionalisti. Nella storia dell’uomo, nessuna nazione ha mai sofferto perché il suo popolo è divenuto “troppo” ragionevole.

   3. L’ATEISMO E’ DOGMATICO

   Gli ebrei, i cristiani e i musulmani affermano che i loro testi conoscono i bisogni dell’umanità in modo talmente profondo che possono essere stati ispirati soltanto da una divinità onnisciente. Un ateo è semplicemente una persona che ha considerato questa affermazione, ha letto i testi in questione e ha e ha trovato assurda l’affermazione dei credenti. Non c’è bisogno di essere dogmatici per rifiutare una credenza religiosa ingiustificata.. Come ha detto lo storico Stephen Henry Roberts (1901-71): "Sostengo che siamo entrambi atei, ma credo in un dio meno di te. Quando capirai perché rifiuti gli altri dei, capirai anche perché rifiuto il tuo."

   4. GLI ATEI CREDONO CHE L’UNIVERSO SIA NATO PER CASO   

  Nessuno conosce l’origine dell’universo. Per la verità non è nemmeno corretto parlare dell’“inizio” o della “creazione” dell’universo, dato che queste idee si rifanno al concetto di tempo e comportano la domanda: qual è l’origine dello spazio-tempo? Il concetto che gli atei credano che tutto sia nato per caso è utilizzato regolarmente come critica dell’evoluzionismo darwiniano. Come spiega Richard Dawkins nel suo eccellente libro L’Illusione di Dio, questo significa fraintendere totalmente la teoria dell’evoluzione. Benché non sappiamo precisamente come la chimica primigenia terrestre abbia prodotto la biologia, sappiamo che la diversità e la complessità che vediamo nel mondo vivente non è un prodotto del puro caso. L’evoluzione è una combinazione di mutazioni accidentali e di selezione naturale. Darwin ha coniato l’espressione “selezione naturale” per analogia con la “selezione artificiale” operata dagli allevatori di bestiame. In entrambi i casi, la selezione esercita un effetto non casuale sullo sviluppo di una qualsiasi specie.

   5. NON C’E’ NESSUN RAPPORTO FRA ATEISMO E SCIENZA

   Benché uno scienziato possa credere in Dio – si’, pare che esistano scienziati credenti – non c’è dubbio che l’avvicinamento al pensiero scientifico tende a distruggere la fede religiosa. Prendiamo come esempio la popolazione degli Stati Uniti: la maggior parte delle inchieste mostra che circa il 90% crede in un Dio personale, tuttavia, il 93% dei membri dell’Accademia Nazionale delle Scienze non crede in Dio. Questo suggerisce che generalmente il pensiero scientifico non si concilia con quello religioso.

     6. GLI ATEI SONO ARROGANTI

   Quando gli scienziati non sanno qualcosa (come il motivo dell’origine dell’universo o come si siano formate le prime molecole auto-replicanti), lo ammettono. Nel campo scientifico è molto grave fingere di sapere cose che non si sanno. Eppure lo stesso comportamento è la linfa delle religioni basate sulla fede. In materia religiosa sarebbe facile ironizzare sulla frequenza con cui i credenti s’incensano per la propria umiltà, vantando allo stesso tempo conoscenze in materia di cosmologia, chimica e biologia che nessuno scienziato pio’ vantare. Su temi come la natura del cosmo e il nostro posto nell’universo, gli atei traggono generalmente le loro opinioni dalla scienza. E questa la chiamate arroganza? Al contrario, è onestà intellettuale.

   7. GLI ATEI SONO REFRATTARI ALL’ESPERIENZA SPIRITUALE

   Niente impedisce a un ateo di provare amore, estasi, rapimento, soggezione.Gli atei possono apprezzare queste esperienze e cercarle con regolarità. Ma gli atei non sono propensi a utilizzare tali esperienze come base di ingiustificate affermazioni sulla natura della realtà. Sicuro, qualche cristiano ha migliorato la propria vita leggendo la Bibbia e pregando Gesù. Ma questo che cosa dimostra? Solamente che certe discipline e codici di condotta possono avere un effetto profondo sulla mente umana. Le esperienze positive dei cristiani suggeriscono che Gesù sia il solo salvatore dell’umanità? Nemmeno per sogno, poiché gli induisti, i buddisti, i musulmani e perfino gli atei fanno simili esperienze con regolarità. In realtà nessun cristiano puo’ affermare con certezza che Gesù portava la barba e ancora meno che sia nato da una vergine o risorto dopo la morte. Non basta l’esperienza spirituale per autenticare questo tipo di affermazioni.

   8. GLI ATEI CREDONO CHE NON CI SIA NIENTE AL DI LA’ DELLA VITA UMANA E DELLA COMPRENSIONE UMANA

   Al contrario, gli atei possono ammettere i limiti della comprensione umana molto più dei religiosi. È ovvio che non comprendiamo completamente l’universo, ma è ancora più ovvio che una sua migliore comprensione non passa né per la Bibbia né per il Corano. Attualmente ignoriamo se esistano forme di vita in qualche altra parte dell’universo, ma potrebbero esistere. In tal caso questi esseri potrebbero avere compreso le leggi della natura molto meglio di noi. Gli atei sono aperti a tale eventualità. Possono anche ammettere che, se esistono extraterrestri intelligenti, il contenuto della Bibbia e del Corano sembrerà loro ancora più trascurabile di quanto sembri agli atei umani. Dal punto di vista degli atei, le religioni banalizzano la bellezza e l’immensità dell’universo.

   9. GLI ATEI NON VOGLIONO RICONOSCERE CHE LA RELIGIONE APPORTA BENEFICI ALL’UMANITA’

   Chi esalta gli effetti positivi della religione sembra non capire che questi effetti non dimostrano la verità della dottrina religiosa. Ecco perché gli atei hanno coniato termini come “pensiero magico” e “autoinganno”. C’è un’enorme differenza tra illusione consolatoria e verità. Comunque possiamo tranquillamente discutere dei “beneficî” della religione: certo, in molti casi pare che la religione offra ai cattivi buone ragioni per comportarsi bene, benché ci siano già ottime ragioni per farlo senza scomodarla. Chiedetevi che cosa sia più morale: aiutare i poveri perché vi preoccupate per la loro sofferenza o perché volete il premio del creatore dell’universo e temete la sua punizione?

   10. L’ATEISMO NON HA BASI MORALI

   Se qualcuno non ha ancora capito che la crudeltà è un male, non lo scoprirà certo leggendo la Bibbia o il Corano, dato che questi libri sono imbottiti di crudeltà umana e divina. Invece di trarre la nostra moralità dalla religione, decidiamo che cosa ci sia di buono nei testi sacri ricorrendo alle intuizioni morali che, entro certi limiti, fanno parte di noi e sono state affinate dal pensiero plurimillenario per la felicità degli esseri umani. Nel corso dei secoli abbiamo fatto considerevoli progressi etici, certamente non grazie a una lettura più attenta della Bibbia o del Corano. Per esempio,entrambi i libri sono indulgenti sulla schiavitù ma ogni essere umano civilizzato riconosce che la schiavitù è un abominio. Quello che c’e di buono nelle scritture (come le regole auree) può essere ammirato per la sua saggezza etica senza bisogno di credere che ci sia stato offerto dal creatore dell’universo.

   Se volete il testo originale, potete trovarlo qui

Dragor


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