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Atelier Rondini

Creato il 18 luglio 2010 da Rockandfiocc

Ed eccoci qua in Rue de Clemenceau, St Tropez. La via ...
Atelier Rondini dell'Atelier Rondini!
Atelier Rondini
Atelier Rondini ed ecco il negozio! Sulla vetrina è scritto "Rondini, depuis 1927". E' il bisononno Rondini (italiano ovviamente) che ha cominciato la produzione. Il pavimento come vedete è eccezionalmente pulito, ed è perchè passo il biip di straccio tutte le sante mattine (ODIO la serpillere), e comunque c'è sempre qualcosa che non va (da Rondini ci tengono molto)-scusate la nota polemica.
Atelier Rondini ecco il tavolo dove prepariamo le scarpe prima di farle indossare (talco sulla suola perchè il piede scivoli meglio e non macchi, pinze per rendere morbido l'infradito in alcuni modelli, macchinetta per fare i buchi nei cinturini, a seconda della caviglia del cliente), e alcuni modelli appesi. Ogni modello ha un nome, ci sono i St Pierre, i Franciscaines, le Salomè (il modello più venduto), i classici Tropeziennes (gladiators)
...ed ecco l'atelier! Queste foto sono super eccezionali ed esclusive, nessuno può entrare
Atelier Rondini
Atelier Rondini le scatole sono piene di materiali per le scarpe
Atelier Rondini
Atelier Rondini
Atelier Rondini ecco Eric all'opera mentre prepara dei gladiators, o spartiates, o tropeziennes (i sandali tipici di St Tropez)
Atelier Rondini alcuni attrezzi del mestiere...
Atelier Rondini le macchine per grattare le suole delle scarpe, e lucidarle una volta dipinte.
Ed ecco George! George è il venditore ufficiale della boutique, l'occhio più esperto. Se si ha qualche dubbio in merito a una vendita, lui ha l'ultima parola. E' cattivissimo con i clienti, specialmente quando non si fidano della sua opinione, ma poi appena siamo nel retro fa smorfie e balletti. Io e Lucille ridiamo tutto il tempo
Atelier Rondini ecco la macchina per limare le scarpe tutto intorno alla suola una volta finite, e lucidarla con la spazzola (lo so fare!), e lo stand su cui riposano le scarpe con pittura ancora fresca (lavoro minore che tocca spesso a me)
Atelier Rondini
Ecco Fabrice che "stampa" qualche tallone (vedete quello sulla destra?)
Atelier Rondini ed ecco il corridoietto con gli scatoloni pieni di scarpe, divise per modello
Atelier Rondini gli scaffali pieni di "fogli" di cuoio e gli scatoloni con le vecchie scarpe che i clienti hanno ordinato ma non ancora ritirato (ci sono scarpe dell'anno scorso, ma come si fa??)
Atelier Rondini la macchina da cucire che di solito usa Mr Rondini (il nonno), e la porta sul giardino
Atelier Rondini io con il mio tablier (grembiule da lavoro)!


Atelier Rondini

Questo è il modello "bikini", quello comprato da Garance Dorè. Lo fabbrichiamo in versione oro, argento, cuoio naurale e nero. Come tutti i sandali in boutique, costa sui 120 euro.
Le uniche scarpe un po' più costose sono quelle in coccodrillo (250 euro) e quelle in pitone (150 euro). Direi che i prezzi sono più che onesti, no? Dai nostri concorrenti a St Tropez, Kjacques, i prezzi sono il doppio o il triplo dei nostri
La precisione degli operai di Rondini è pazzesca. Io non sono abbastanza puntigliosa per questo lavoro. Una macchiolina invisibile sulla suola delle scarpe appena fatte e tutti impazziscono. Chi mai vedrà una macchia sulla suola? E comunque, il cliente le indosserà un giorno e saranno già sporche! Non importa, devono essere perfette.
L'altroieri un cliente di Chicago mi ha detto che vuole aprire Rondini in Usa (forse si è reso conto dei miliardi che incassiamo ogni giorno). Gli ho detto che è impossibile, e per la ragione per la quale il negozio esiste solo a St Tropez. Non sono le macchine, non sono i materiali, è il know how che fa la differenza. Mr Rondini nonno lavora ancora in negozio, così come Rondini padre e nipote. Non si può delegare ad altri quello che solo loro sanno. Seguono la produzione passo per passo, controllano tutto, tutte le scarpe sono fabbricate nel retrobottega, le spedizioni e gli ordini pure.

Atelier Rondini
L'anno scorso è venuta Kate Moss in boutique, mi hanno detto che hanno dovuto chiudere il negozio, e che ha preso le Salomé in cuoio naturale, che vedete in questa foto (che poi è il modello che ho anche io, ehm ehm, che poi è il modello e il colore più richiesto e venduto in assoluto, EHM EHM!)
In negozio, ne succedono davvero di tutti i colori.Non ho mai visto così tanti anelli di diamante in vita mia, e nemmeno tante borse Goyard con iniziali e bracciali Cartier. La gente è un po’ arrogante a volte, immagino sia la sicurezza di poter comprare quello che si vuole. Comunque con me non attacca, se siete gentili sarò ancora più gentile, ma se mi trattate male cambio cliente e vi lascio ad aspettare.C'è gente insopportabile, genete convinta che facciamo i sandali anche con i tacchi (mai fatti da che siamo aperti madame), che l'anno scorso c'era un modello che ora non c'è... Alcuni sono molto carini, le americane soprattutto: "what's your name?" "Giulia" "thank you Giulia, you've been lovely".
Ci sono richieste strambe tipo “fate questo modello?” “no Madame” “ma perché?” eh, perché no! L'altro giorno come vi ho detto l' uomo di Chicago mi ha interrogata per un'ora per sapere se secondo me si poteva aprire una succursale nella sua città, e alla fine mi ha detto "yes,I'll do it! I'll call the shop Giulia's shoes!" (la moglie scuoteva la testa). Poi ovvio faccio errori di francese, tipo “C’est du vrai python, ça?” “Ah oui Madame, vous pouvez le voire de la poile” (poile significa pelo, volevo dire peaux, pelle).
Mai visti tanti piedi in vita mia, haha. Piedi larghi, piedi stretti, piedi magrissimi, piedi ciccioni (non me la sento di dire nulla, ma c’è gente a cui non andrà mai bene nemmeno un modello di sandalo in boutiques! Cerco di farli entrare a forza ma alla fine dobbiamo farli su misura, o rinunciare). Quando entra qualcuno e vedo che ha i piedi larghi già penso "oh no".
A volte non amo troppo servire i clienti, non è che mi esalti toccare piedi, specialmente quelli degli uomini, bleah. L'altra mattina è arrivato un uomo di 94 anni. Aveva degli stivali, mi sono sentita morire. Sorprendentemente, aveva piedi freschi e morbidi come un bambino. Fare provare le scarpe ai bambini è bellissimo,sorridono felici e manco capiscono cosa succede, mentre le madri sono tutte contente di poterli vestire cool. Ho visto bambini di 4 anni circa con Rayban aviators e magliette firmate, e bambine di sicuro sotto i 10 anni con cellulari di ultima generazione, piccoli orologi tipo Rolex e caftani. Una roba orrenda.
Ormai riconosco le taglie solo guardando i piedi (non che questo mi sarà di grande utilità in futuro, ma comunque), e ho visto cose tipo donne con il 43 di piede e uomini con il 48 (?!). Gli uomini non sanno quasi mai cosa vogliono, e alla fine prendono quello che consigliano le mogli, che spesso parlano per i mariti (“mi serve questo modello in questo colore per Monsieur”- cos’è, monsieur è muto?).
Le donne invece non comprano nulla senza l’approvazione del marito (ma cosa ne sa lui?), che poi regolarmente paga ("merci mon amour"+ bacio: regolarmente). Devo dire le coppie francesi mi stupiscono sempre, sono sempre gentilissimi l'uno con l'altra, tutto uno cherie, mon coeur, mon amour, bacini...
Come vi dicevo, quando entrano gli sciami di americane voglio scappare, perchè regolarmente vogliono provare tutti i modelli in tutti i colori. Ma ora io mi chiedo: una volta che provi un modello, che cavolo ti serve provarlo in arancione, oro, nero, blu e azzurro? Perchè??????? "Per vedere l'effetto che fa sul piede". Ma sto cavolo, sono io che mi devo arrampicare sulla scala e cercare!E poi la domanda incubo: che colori avete nel mio numero??? Cerco di mantenere la calma, perchè ci sono milioni di scatole, non posso controllare in tutte, madame (regolarmente lo faccio).
Vendiamo come indemoniati, non potete capire. Non ho neanche il tempo di andare a fare pipì. Gente che ordina paia e paia in una volta, 500 euro che volano... Ci sono clienti storici, che vengono da 20 anni, gente che ha sentito parlare del negozio, e regolarmente gente che crede di essere da Kjacques, o che chiede dov'è la nostra seconda boutiques (no Madames, vous parlez de Kjacques...). Ci sono i fanatici che bussano alla vetrina già alle 9,20 (niente di più snervante), e quelli che arrivano alle 8 di sera, e ovviamente sono i più pesanti (allora George diventa davvero cattivo e urla: "alors, qu'est ce qu'on fait???). Ma i più lenti e indecisi del mondo sono i tedeschi, li odio. Ci mettono anni per decidere, parlano lo stupido tedesco tra di loro e occupano mezzo negozio con bambini urlanti. Gente, se vedete che il negozio è pieno da scoppiare, non entrate con marito e prole! Comunque, ormai di notte mi sogno di fare provare sandali e elenchi di colori (fuschia, vert, nubuck violet, sable, terracotta...),haha.
Ma la cosa che mi lascia sempre di stucco è quando chiedo "che numero ha,madame?" "bahhh, non so". MA COME NON SO????????? Gli uomini invece partono sicuri "43". Per l'ultimo che mi ha detto cos' ho dovuto cercare nelle scatole tutti i 43, poi i 44, per scoprire infine che aveva il 45. "Eh bah, c'est etonnant, ça!" NO, C'EST CHE SEI SCEMO!


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