Finalmente è arrivato il tempo a Londra 2012 dell’atletica leggera. Per una volta, in questo breve post, metterò da parte le polemiche legate al movimento italiano dell’atletica, alcune scelte scellerate della Fidal e la profonda crisi che questo magnifico sport sta incontrando in Italia.
Oggi voglio parlare degli italiani che hanno centrato il minimo olimpico e sulla pista di Londra difenderanno i nostri colori. Eccoli qui, tutti, in rigoroso ordine alfabetico:
Emanuele Abate, Giulia Arcioni, Chiara Bazzoni, Bencosme Josè, Elena Bonfanti, Marzia Caravelli, Fabio Cerutti, Simone Collio, Rosaria Console, Marco De Luca, Fabrizio Donato, Nadia Ejjafini, Yuri Floriani, Manuela Gentili, Eleonora Giorgi, Daniele Greco, Libania Grenot, Gloria Hooper, Anna Incerti, Simona La Mantia, Rosario La Mastra, Davide Manenti, Diego Marani, Daniele Meucci, Ruggero Pertile, Lorenzo Povegliano, Elisa Rigaudo, Elena Romagnolo, Jaques Riparelli, Chiara Rosa, Giorgio Rubino, Silvia Salis, Alex Schwazer, Maria Enrica Spacca, Valeria Straneo, Gianmarco Tamberi, Nicola Vizzoni e Silvia Weissteiner.
Un elenco sterile? Forse, ma non per me, perché è giusto che tutti i nostri ragazzi abbiano la stessa visibilità, almeno nel mio Daily Pinner. La copertura televisiva e mediatica è quella che è, specie nel nostro sport (e continuo a chiamarlo nostro, anche se sono probabilmente la velocista più scarsa della storia dell’atletica italiana), e nominarli uno per uno mi sembra davvero il minimo.
Nonostante le difficoltà tecniche, logistiche e del movimento generale, e nonostante il silenzio assordante che sta inghiottendo l’atletica leggera italiana, questi ragazzi rappresentano le nostre eccellenze. Questi 38 atleti sono il presente e il futuro di questo sport, e sono sicura che daranno il 110%, tutto quello che possono, per onorare l’Italia e lo spirito olimpico.
Nell’atletica mondiale contemporanea è davvero difficile imporsi, per cui – prima di dire che gli italiani fanno davvero schifo – bisogna capire e comprendere le loro performance in relazione a ciò che ruota loro intorno.
E aggiungo che l’Italia della pista rossa è da sempre schierata in primissima fila nella lotta contro il doping, e nell’atletica leggera – permettetemi di dirlo – è un aspetto che fa la differenza.
Avrò modo e tempo, purtroppo, di dare spazio a critiche e analisi di coscienza. Oggi, però, io auguro ai nostri di migliorare i loro personali, o di registrare qualche nuovo record italiano. Se arriverà qualche medaglia, sarà una splendida sorpresa.
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