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Attachment parenting: crescere i figli con empatia

Da Paternamente.it @paternamente

Attachment parenting: crescere i figli con empatia

Antonella Sagone

Ecco un bell'articolo sull'Attachment Parenting!


Lo ha scritto Antonella Sagone ed è stato pubblicato sul blog allattiamo.it. Psicologa e consulente professionale in allattamento materno, si occupa da 25 anni di gravidanza, parto e primi anni di vita, assistendo le madri nel percorso nascita e nell’allattamento ed effettuando presso le strutture ospedaliere corsi di formazione agli operatori sanitari impegnati nell’assistenza alla madre che allatta.
E' un articolo bello, esplicativo, chiaro, condotto non solo con evidente competenza ma anche con sensibilità ed eleganza. Ho scelto di pubblicarlo qui in una veste diversa, frazionato in più post e con mie sottolineature, affinché ognuno possa "degustarlo" secondo la propria disponibilità di tempo e attenzione. Iniziamo.
Che cos'è l'Attachment Parenting? La comune traduzione in un brutto italiano, "Genitori con Attaccamento", fa pensare erroneamente a genitori iperprotettivi, che stanno incollati ai figli, e dà un appiglio ai detrattori di questo approccio, per il quali si tratta di un modo per viziare i bambini. Ma in effetti l'Attachment Parenting non fa in fondo che ratificare una legge di natura: i piccoli hanno bisogno della presenza amorevole e costante dei loro genitori, e questi sentono istintivamente il desiderio di essere loro accanto, di toccarli, di tenerli in braccio, di rispondere prontamente alle loro richieste.
Un concetto semplice, che ha l'ovvietà biologica di ogni meccanismo di sopravvivenza della specie: nutrirsi, proteggersi dai pericoli, riprodursi… e il nucleo familiare, il legame madre-figlio è proprio il cardine di questa catena di sopravvivenza che, generazione dopo generazione, ha portato fin qui noi esseri umani.
Un concetto semplice… eppure in questa nostra società, lontanissima dai bisogni umani fondamentali, quest'idea ha bisogno di essere formalizzata, spiegata, ribadita; le madri devono lottare per poterla mettere in atto, spesso fra mille ostacoli materiali e sociali.
I genitori di oggi si trovano di fronte a un paradosso: nel momento in cui scelgono la via più "giusta" (più armonica con i bisogni del bambino e con i propri istinti) si trovano ad essere "sbagliati" agli occhi della società.
Viviamo nella cultura del distacco: intere generazioni, nell'ultimo secolo, sono state cresciute in base a teorie e pratiche - lasciar piangere, attenersi a degli orari, dormire da soli, non prendere in braccio - assolutamente prive di senso dal punto di vista biologico ed emotivo; ed ancora oggi le madri che seguono i loro istinto, coccolando, allattando a richiesta, dormendo insieme ai loro cuccioli, sono messe (e si mettono) in dubbio di essere "cattivi genitori"… le loro pratiche, semplici e naturali, suscitano sconcerto, allarme, persino aperta riprovazione. Perché tanta sfiducia nelle risorse di madri e figli? Perché tante paure di viziare, fuorviare, "essere controllati" da minuscoli esseri umani appena affacciati alla scena della vita?
Per comprendere il perché della resistenza all'idea dell'Attachment Parenting, bisogna andare a vedere più da vicino la nostra "cultura del distacco". >>>
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[inizio][la società del distacco][le radici delle teorie pedagogiche][due modelli a confronto][essere genitori controcorrente][l'utopia concreta dell'empatia][e le cattive abitudini?] ___________________________________________ Fonte: allattiamo.it

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