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Attenti a quei tre

Da Miwako
C'è un albero di Natale di fronte al Duomo. L'hanno acceso l'8 dicembre alle sei. Io ero al lavoro, lì di fronte, senza poterlo vedere.Non è grande come me lo aspettavo, ma è bello, con le luci azzurrine e i gigli rossi.Venerdì sera, ore 00.20. Mi metto lì, faccio un paio di telefonate, aspetto.Gente random. Finisce che faccio un paio di foto con degli sconosciuti. Non avevo considerato che una ragazza sola, con una gonna e un paio di parigine, ferma sotto un albero di Natale enorme potesse essere materiale da abbordaggio.Poi, finalmente, arriva il mio regalo. Lo scarto e ci trovo due stranieri venuti da lassù, a sinistra. Ci si guarda sorridendo, si cammina per i vicoletti fiorentini, in mezzo alla calca del week end, si parla, ci si racconta, si ride e si finisce a bere.
Vino bianco, per l'esattezza.Io un po'troppo; QueiDue, che sono uomini duri, sembra abbiano bevuto due spremute.Dare un volto e una voce a qualcuno che prima non ne aveva mi fa sempre uno strano effetto.Soprattutto se questo qualcuno, seppure a distanza e in maniera a pacata, a volte indiretta, ti ha dato qualcosa.
E' stato bello. Ora, quando leggerò ciò che scrive, saprò che volte ha, il suono della sua voce, qual è il suo sguardo.
Davvero bello.Paganini non ripete.Io, se ce ne sarà occasione, più che volentieri.
Ora devo scappare, il dovere mi chiama. Mi scuso se latito e non rispondo ai commenti. Non è un elogio all'egoismo, è che non ho tempo. Da martedì, si spera, le cose cambieranno. Incrociate le dita per me. Anche quelle dei piedi.
Un abbraccio a voi e un grazie di cuore a P., a M. E pure a Marina.
ATTENTI A QUEI TRE

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