Provate a liberarvene, se siete capaci! Non ci riuscirete! Lo dico con sicurezza perché io le ho tentate tutte: telefonate, lettere e ancora telefonate e ancora lettere, ma niente, lei ritorna sempre. La cosa si è incollata con la forza del superattack! Si è affezionata con la morbosità di un’orfana. Non mi lascia, nonostante io non la tratti bene. Si tratta della rivista di cinema Panoramique. Non mi interessa, per quanto io adori il cinema la trovo troppo specialistica, adatta a un pubblico di appassionati e, forse, di studenti: a me annoia. L’ho spiegato a chi di dovere, ma o è sordo come una campana, oppure non gliene frega un tubo di buttare via i soldi pubblici. Detesto anche i fogli critici distribuiti in occasione della proiezione dei films della Saisons. Sono sbrodolate di chi non vuole comunicare agli altri, ma a se stesso. Sono il piacere narcisistico di chi legge le proprie parole per compiacersi della propria bravura. Sono foglietti autoreferenziali: molto facile che siano scritti da penne fresche fresche di studi. Per spiegarti un film questi giovani critici ne citano altri tre, con la convinzione che il pubblico vada al cinema ogni giorno e quindi li abbia visti. Il risultato non può che essere la nebbia. Tornando a Panoramique, l’attrazione che prova per me non può che esserle fatale: dopo averla spogliata del suo involucro di plastica la getto senza neppure darle un’occhiata nel cassonetto della carta, seppellendola così tutte le volte.
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