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Aumentiamo il deficit pubblico. Facciamolo per i nostri figli

Creato il 03 marzo 2014 da Keynesblog @keynesblog

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Intervenendo al congresso del Partito del Socialismo Europeo, Matteo Renzi ha sostenuto che occorre mettere a posto i conti non perché ce lo chiede Angela Merkel, ma “per i nostri figli”…

“Cercheremo di utilizzare il semestre di presidenza per un nuovo modello ma prima l’Italia deve adempiere ai propri compiti, mettere a posto il bilancio non perché ce lo chiedono le istituzioni ma per i nostri figli. I conti a posto non sono una richiesta di qualcuno fuori ma un impegno verso le nuove generazioni”

Il ragionamento andrebbe ribaltato. Mettere “a posto i conti” oggi significa continuare nella politica di austerità, la quale deprime i redditi oggi e rende più difficile così ripagare i debiti oggi e domani. Le economie, infatti, soffrono di quella che gli economisti chiamano “isteresi”. Vale a dire la depressione modifica il cammino della crescita futura, un po’ come una grave malattia che, se non adeguatamente curata, lascia il paziente più debole anche dopo la guarigione.

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PIL Gran Bretagna 2000-2013

Di più: l’austerità, lungi dall’assicurare il risanamento dei conti pubblici, rischia al contrario di peggiorarli poiché i moltiplicatori fiscali fanno sì che tagliare un miliardo di euro riduce il reddito nazionale fino a 1,7 miliardi, facendo così aumentare il rapporto debito/pil.

A ciò aggiungiamo che la disoccupazione, quando diventa di lungo periodo, depaupera i lavoratori non solo del reddito corrente, ma anche della speranza di trovare un’occupazione in futuro. Lasciare le risorse produttive inoccupate, insomma, sia che esse siano macchinari o persone, riduce il potenziale produttivo futuro e quindi i redditi con i quali sarà possibile rimborsare i debiti.

Se quindi vogliamo fare il bene dei nostri figli, questo è proprio il momento in cui è meno opportuno preoccuparsi dei conti pubblici. 


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