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aurelio nigro domani..ore 18’00..inaugurazione mostra di pittura..

Creato il 02 aprile 2012 da Gianpaolotorres

aurelio nigro domani..ore 18’00..inaugurazione mostra di pittura..Ciao a tutti..

Domani (martedì 3 aprile), alle ore 18,00 il pittore Aurelio Nigro inaugura una mostra personale presso Nelson Cornici in via W.Manzone 53 Vercelli.

Insieme all’invito a presenziare Ti anticipo una “recensione” che ho preparato e una selezione di foto delle opere esposte.

Cordialità

Mi-Kata (Michele Catalano)

aurelio nigro domani..ore 18’00..inaugurazione mostra di pittura..

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AURELIO NIGRO, IDEAZIONE E AZIONE TRA SEGNO E COLORE.

Nella suggestiva ambientazione artistica (che più artistica non si può perché ci si ritrova letteralmente circondati ed immersi nelle opere) che la passione, la lungimiranza e la competenza di Nelson Bozzini mette a disposizione all’interno del suo “atelier” di cornici, l’estro di  Aurelio Nigro trova la collocazione ideale per una importante quanto interessante mostra: importante perché si tratta di una cinquantina di  opere che percorrono un itinerario artistico esaustivo dell’artista e della cifra stilistica che lo contraddistingue, interessante perché è una mostra che guarda al passato, in una sorta di ricordo antologico, e allo stesso tempo tende al futuro anticipando forse il desiderio dell’artista di proiettarsi verso forme di espressione più legate alla contemporaneità.

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Tra la realtà e la rappresentazione, vi è di mezzo l’artista che, per giungere all’opera d’arte, ossia alla rappresentazione, compie almeno due processi: uno di percezione e uno di interpretazione. Il primo, possiamo considerarlo un atto oggettivo, mentre il secondo è maggiormente un atto soggettivo. Così abbiamo imparato a conoscere Aurelio Nigro cioè come un pittore che riesce nel difficile compito di descrivere il reale attraverso la luce che scaturisce da una pittura intensa, ma nonostante tutto leggera e a volte evanescente interpretando e  trasfigurando il dato oggettivo e realizzando una sintesi felice, sottilmente allusiva e convincente delle sue sensazioni proponendole poi, filtrate dalla sua arte, all’osservatore.  Per lui, la natura, il paesaggio non sono infatti il conosciuto, convenzionale e scontato, ma qualcosa d’altro: sono la loro memoria filtrata da un’ottica che desume, senza mai rivelarle del tutto, parvenze, sembianze, apparizioni sospese nella profondità dell’animo.

Al centro della sua ispirazione, quindi, una natura generosa di sollecitazioni ed evocatrice di avventure introspettive, grazie alla possibilità di ascolto offerta dal contatto diretto che l’artista privilegia istaurando un legame intimo con essa e cogliendone gli aspetti più suggestivi ed emozionanti, lontani dal materialismo e dal baccano del quotidiano, descrivendo un suo mondo espressivo nel quale fissa l’intensità del paesaggio del quale mette in luce tutti gli elementi che l’uomo rischia di perdere o che ha già perduto, in un silenzio e una pace rassicurante, che consente di ascoltare le voci più impercettibili della coscienza.

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Del suo modo di dipingere colpisce il vigore espressivo animato da un entusiasmo che non si attenua, con uno stile che si è fatto via via più determinato, incentrato verso una ricerca più vibrante del colore, con una tavolozza che si arricchisce di timbri tonali e chiaroscuri soffusi. La raffinata sensibilità di Aurelio Nigro riesce a cogliere aspetti e sfumature assolutamente inusuali e a coinvolgere l’osservatore in un grande trasporto emozionale poggiante sulla forza di una pennellata che, per piccoli tocchi o per stesure prolungate, rivela una specifica risposta all’esigenza di rendere i soggetti rappresentati pulsanti di una vitalità diversa da quella fisica, perché innestati in una dimensione mentale, in un vortice leggero di impulsi e fermenti visivi che consegnano all’osservatore lo stimolo per uno sviluppo ulteriore che ciascuno è libero di rielaborare alla luce della propria carica emotiva.

Ecco allora prendere corpo i paesaggi montani della memoria, gli scorci suggestivi, i paesi stretti attorno ai propri campanili, quasi racconti fascinosi per immagini di  terra, acqua e cielo; e poi le esplosioni cromatiche delle distese fiorite,  l’intensità delle sfumature accese  della vendemmia, l’allegria del carnevale: sempre e comunque magicamente in equilibrio tra segno e colore.

aurelio nigro domani..ore 18’00..inaugurazione mostra di pittura..
aurelio nigro domani..ore 18’00..inaugurazione mostra di pittura..

E che dire del tuffo nel passato che Nigro vuole offrirci? Tutto sembra diverso, a partire dalla firma delle opere:  “Nigau” (che si pronuncia Nigò, come tiene a sottolineare l’artista, pseudonimo che gli suggerì un amico e che gli piacque subito per quell’esotismo artistico che evocava ), e naturalmente al modo di esprimersi, avanguardia pura….. almeno per quegli anni – parliamo della fine dei ’60 – quando Burri e Pollock cambiavano il modo di fare arte con le loro provocazioni che sembravano così lontane dalla pittura ma a cui tutti si inchinarono e che tanta influenza avrebbero avuto sull’arte degli anni seguenti. Della lezione di questi grandi Nigro-Nigò ha saputo cogliere spunti che ha sviluppato in maniera originale e personale, con una forma di Action Painting (colature e schizzi, sberleffi e macchie di colore,  che vogliono cogliere l’attimo creativo dell’artista nella massima libertà), innegabilmente, ma con in pìù un momento di riflessione, che non esaurisce nel gesto immediato l’opera, ma torna ad agire sulla stessa in un secondo tempo con stesure successive e con inserimento di campiture cromatiche che ottengono risultati di grande coinvolgimento e suggestione, riuscendo in questo modo a descrivere i molteplici stati d’animo e le diverse sensazioni che animano la creatività dell’artista.

 Anche l’intensa gestualità e l’impressione materica del colore sorprendono e colpiscono insieme all’applicazione di elementi a prima vista estranei (ma che ad una osservazione più approfondita ben si integrano nell’equilibrio generale dell’opera) e contribuiscono a presentarci un Aurelio Nigro modernissimo ed informale, ma ancora una volta riconoscibile nei suoi capisaldi espressivi e piacevolmente “leggibile” anche in questi lavori che mantengono una inaspettata attualità e freschezza.  

Michele Catalano – Aprile 2012


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