Magazine Cinema
di Gabe Ibanez (Spagna, 2014)
con Antonio Banderas, Birgitte Hjort Sorensen, Melanie Griffith, Dylan McDermott
durata: 109 minuti
★★★☆☆
Non capita tutti i giorni di assistere a un film di fantascienza spagnolo, oltretutto a largo budget (per gli standard europei, naturalmente: dieci milioni di euro). Ragion per cui la curiosità era alta, soprattutto per un amante della sci-fi come il sottoscritto: Automata è stato fortemente voluto, prodotto e interpretato da Antonio Banderas, ormai ex-divo hollywoodiano deciso a dare una sterzata alla sua carriera d'attore (ultimamente un po' appannata, in verità...) anche a costo di tornare a girare in patria e in un ruolo per lui non proprio abituale.
Il risultato, diciamolo subito, convince a metà. Automata sconta quello che è un po' il rischio più comune di ogni nuovo film di fantascienza, ovvero il cosiddetto effetto deja-vu: il regista Gabe Ibanez e il suo team di sceneggiatori (che comprende, oltre allo stesso Ibanez, anche Igor L. Gomez e Javier S. Donate) hanno deciso di omaggiare più o meno esplicitamente Isaac Asimov e le sue celeberrime leggi della robotica, solo che lo hanno fatto nel modo più piatto e convenzionale possibile così che tutto appare scontato e stravisto fin dalle prime battute (ovviamente parlo da appassionato di fantascienza... ad un profano, magari, il film potrebbe anche risultare sorprendente: il problema è che film del genere - e di questo genere in particolare - di solito richiamano quasi esclusivamente un pubblico di appassionati, spesso anche molto esigenti...)
In effetti la storia non è certo originalissima: in un futuro molto prossimo (siamo nel 2044) la Terra è un pianeta morente e spopolato a causa della radioattività: i pochi sopravvissuti vivono (o meglio, sopravvivono) in zone decontaminate dove i lavori pesanti vengono affidati ai robot. Qui un agente di assicurazioni in disarmo (Banderas) deve indagare proprio sul tentato 'omicidio' di uno degli automi... chi ha letto Asimov non potrà non riconoscere in questa trama riferimenti evidenti a romanzi celeberrimi dello scrittore americano (da Il sole nudo a Paria dei cieli, e ovviamente anche Io, Robot), peccato che la pellicola sconti un fastidioso didascalismo di fondo che finisce ben presto per annoiare lo spettatore: se si escludono infatti gli ultimi venti minuti (dove l'azione, per una volta necessaria, arriva a sostenere un po' il ritmo) tutto il film è abbastanza monocorde e poco coinvolgente pur essendo, bisogna dirlo, molto 'onesto' e rispettoso delle fonti.
Tuttavia, è giusto riconoscere a Automata la grande accuratezza delle scenografie, un uso intelligente e non smodato degli effetti speciali e un ottimo lavoro svolto sull'animazione dei robot (che sembrano davvero 'reali' e dotati di intelligenza artificiale). Un film dignitoso, insomma, seppur fin troppo deferente nei confronti dei grandi classici della letteratura di fantascienza: un 'compitino' svolto a modo, che non si èleva mai dalla mediocrità di un genere cinematografico spremuto ormai fino al midollo, ma che comunque riesce ancora a portare al cinema un buon numero di afcionados (gli incassi tutto sommato sono stati discreti, considerata la scarsissima distribuzione).
Per chi si sa accontentare...
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