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Autopsie: Diana Lama analizza Il silenzio degli innocenti di Thomas Harris

Creato il 06 maggio 2011 da Alessandro Manzetti @amanzetti
Autopsie: Diana Lama analizza Il silenzio degli innocenti di Thomas Harris
Settimo numero di Autopsie, rubrica dedicata all'analisi di racconti e romanzi neri e horror. Questa volta il coroner del Posto Nero  è la scrittrice Diana Lama, che si è occupata di sezionare Il silenzio degli innocenti di Thomas Harris, commentando  i vari organi del racconto utilizzando max 66 parole per ogni stato.
Stato del cervello: la tramaIl silenzio degli innocenti è la discesa all’inferno e ritorno di una giovane allieva dell’FBI. Clarice Starling indaga sui delitti commessi da un serial killer chiamato Buffalo Bill perché scuoia le sue vittime, tutte giovani donne. Per esplorare la mente del mostro Starling, spinta dal suo capo, cerca l’aiuto di un altro mostro, Hannibal Lecter, uno psichiatra dalla mente brillante imprigionato per delitti atroci e cannibalismo.
Stato del cuore: il pathos, l’atmosferaIl pathos di questo romanzo è nella costruzione della storia, che incalza da un inizio quasi asettico per proseguire in un crescendo di suggestioni sottili che inducono il lettore a immaginare le orribili cose che succedono prima ancora di leggerle sulla pagina scritta. Harris è un maestro insuperabile nel creare con la sua scrittura un’ atmosfera di aspettativa e di malessere che non viene mai disattesa.
Stato dello stomaco: il sangue, il contenuto splatterIl sangue c’è, e ci sono corpi mutilati, decomposti, unghie spezzate, atti di cannibalismo e altro ancora. Ciò non è assolutamente gratuito e perciò disturbante, ma è sempre essenziale alla trama, e quel che è più importante, le sensazioni di angoscia e paura sono generate sia da quel che accade sia dalla previsione di quel che accadrà, e il lettore viene invischiato nelle proprie paure ancestrali.
Autopsie: Diana Lama analizza Il silenzio degli innocenti di Thomas Harris
Stato dei polmoni: i personaggiI personaggi sono tanti, indimenticabili. Primo fra tutti Hannibal Lecter, il co-protagonista, l’anima buia che ha affascinato milioni di lettori. Clarice Starling, fanciulla che affronta il sangue e diventa donna. Buffalo Bill, patetico mostro infelice. Crawford, capo machiavellico ma umanissimo, e tanti altri, sfaccettati, intriganti anche se tratteggiati in poche righe, come le vittime. Senza dimenticare l’ineffabile dottor Chilton, colui che tutti vorremmo avere a cena.
Stato del fegato: il soprannaturaleIl soprannaturale a prima vista non c’è. E’ tutto umano, umanissime sono debolezze e perversioni dei personaggi, umani e dolenti sono i segreti, le paure e la coscienza della sofferenza che si può infliggere all’altro. Sovrumana può apparire l’intelligenza di Lecter, temperata dall’ humour nerissimo, o il coraggio della piccola Starling. E infine, il soprannaturale traspare nella bravura di Harris che crea un universo di orrore.
Causa della morte: sintesiIl capolavoro assoluto di questo genere, cui hanno attinto in seguito tutti quelli che hanno scritto di serial-killer, profiler, vittimologia e sociopatici. Ha cambiato il modo di leggere, scrivere e pensare per gli appassionati del nero. Resta insuperabile per trama, scrittura, personaggi e atmosfere. Il film omonimo è uno dei rari casi in cui si può assistere a una trasposizione cinematografica senza rimpiangere troppo l’originale letterario.
Profilo dell'ospite:Diana Lama, napoletana, medico, ha vinto il Premio Alberto Tedeschi del Giallo Mondadori nel 1995 con Rossi come lei, e il Serravalle Noir. Ha pubblicato in seguito Solo tra ragazze (Piemme 2007) e La sirena sotto le alghe (Piemme 2008), oltrechè numerosi racconti su antologie Mondadori, Piemme, Garzanti, Sonzogno, Hobby & Work, Todaro e altre. I suoi romanzi sono pubblicati in Francia, Russia, Germania e Canada.  Sito Web
Autopsie: Diana Lama analizza Il silenzio degli innocenti di Thomas Harris
Il Libro: La sirena sotto le alghe (Piemme). In un’estate cilentana, da un mucchio di alghe sulla spiaggia di Pioppica emerge il cadavere di una donna in avanzato stato di decomposizione. Ma non è annegata: lo scempio peggiore sul suo corpo, infatti, è opera di un coltello, forse da cucina. Il maresciallo Simone Santomauro, che conduce le indagini, sa di avere una bella gatta da pelare: l’attenzione dei giornali, morbosa come sempre d’estate, le pressioni del procuratore, l’ansia dei villeggianti. E brancola nel buio. Finché, una mattina, si presenta in caserma l’architetto Pippo Mazzoleni, uno degli habitué bene della zona, di quelli con villa, giardino e Ferrari. Sua moglie, dice, non la vede da tre settimane. Da Napoli, dopo un litigio, erano partiti ognuno per i fatti suoi, per darsi un po’ di respiro. Ma ora, arrivato a Pioppica, non l’ha trovata. E con quel cadavere di donna sulla spiaggia…L’obitorio fa svanire ogni dubbio. Mazzoleni la identifica: è proprio lei, Elena. E Santomauro comincia, paziente, il giro delle conoscenze: sono vedove di notai, coppie benestanti, professionisti, gesuiti e pie donne, che si ritrovano per l’aperitivo, per il cocktail, per il bridge.Una cosa è certa: Elena, con la sua linguaccia, non la rimpiange nessuno. Ma un vero movente non cè. E quando un secondo cadavere affiora dalla sabbia, Santomauro capisce che districarsi fra i pettegolezzi, le invidie e i rancori sarà impresa ancora più ardua di quella che s’era figurato

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