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Autorizzazioni alle acciaierie Arvedi, Alfa Acciai e Ori Martin: la Commissione europea chiede accertamenti alle autorità italiane

Creato il 05 agosto 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

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La denuncia di Medicina democratica, Isde e S. A. S. (Star bene in ambiente sano) è stata presa in considerazione dall’Unione europea, che ha deciso di procedere chiedendo ulteriori informazioni alle autorità italiane. L’accusa è rivolta contro la Regione Lombardia e le amministrazioni provinciali di Cremona e Brescia, per le Aia (Autorizzazioni integrate ambientali) concesse a tre acciaierie, la Arvedi di Cremona e le bresciane Alfa Acciai e Ori Martin, ma senza adempiere al diritto comunitario. Le tre Aia avrebbero dovuto tener già conto della soglia di emissione di 0,1 nanogrammi per nanometro cubo, valida in Europa; hanno mantenuto in vigore invece la soglia di 0,5 nanomicrogrammi per metro cubo. Le sostanze nocive in questione comprendono le diossine.
Sopra è riportata la risposta della commissione europea, qui sotto vi è il testo della denuncia. Il fatto che l’atto d’accusa sia preso in considerazione, malgrado il tempo trascorso, indica una sensibilità non trascurabile da parte dell’Unione europea. D’altra parte l’argomento è della massima serietà per la salute degli esseri viventi.

DENUNCIA
ALLA COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE
RIGUARDANTE INADEMPIMENTI DEL DIRITTO COMUNITARIO

1. Associazioni; gruppi e comitati denuncianti:

1) Medicina Democratica ONLUS
Sede legale : via dei Carracci, 2 – 20149 Milano
2) ISDE – International Society of Doctors for the Environment
Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia
Sezione di Brescia – Contrada Pozzo dell’Olmo 57, Brescia
3) STARBENE IN AMBIENTE SANO (S.A.S)
Via 25 aprile,18 26020 Spinadesco (CR)

Rappresentati da:

Referente: Marco Caldiroli
Indirizzo postale:
Medicina Democratica ONLUS
Sede legale : via dei Carracci, 2 – 20149 Milano
Sede di riferimento per la presente segnalazione: via Roma 2, 21053 Castellanza (VA)
Tel: 02.49.84.678 – Fax: n. 0331 501792 Mail: [email protected]

3. Cittadinanza:

Italiana

4. Indirizzo o sede sociale:

Via dei Carracci, 2 – 20149 Milano

5. Telefono/telecopiatrice/posta elettronica:

Tel: 02.49.84.678 – Fax: 0331 501792

6. Settore di attività:

Associazione finalizzata alla promozione e la tutela della salute in ogni ambito di lavoro, sociale e di vita, nonché la promozione e la tutela dei beni culturali e ambientali, del paesaggio, della natura, dell’ambiente salubre e della cultura nella sua più estesa accezione; la promozione della prevenzione da ogni agente di pericolo/rischio e tossico-nocivo in ogni ambiente di lavoro e di vita; la promozione e l’affermazione della ricerca scientifica e della medicina pubbliche mediante un’azione efficace di partecipazione dei soggetti sociali

7. Stato membro o organismo pubblico che, secondo il denunciante, non ha ottemperato al diritto comunitario:

Regione Lombardia, Amministrazione Provinciale di Cremona, Amministrazione Provinciale di Brescia

8. Descrizione circostanziata dei fatti contestati:

Premessa
a) La società Acciaieria Arvedi Spa sita in Cremona, via Acquaviva 18, esercisce diverse attività soggette alla direttiva IPPC e, per quanto qui interessa, l’attività di cui al punto 2.2 (fusione acciaio in colata continua) con utilizzo di rottami ferrosi. La società ha ottenuto una autorizzazione integrata ambientale (Decreto Regione Lombardia n. 6268 del 6.06.2006). Successivamente la società ha presentato richiesta di ampliamento della attività (incremento nella capacità produttiva di fusione da 900.000 t/a a 2.400.000 t/a), l’iter si è concluso con una nuova autorizzazione integrata ambientale (Decreto Dirigenziale della Provincia di Cremona n. 184 del 22.03.2010 – modifica sostanziale);
b) La società ORI Martin Spa, via Canovetti 13, Brescia, esercisce, quale principale attività soggetta alla direttiva IPPC la fusione di rottami ferrosi (attività IPPC 2.2), la società ha ottenuto una prima autorizzazione integrata ambientale (Decreto Regione Lombardia n. 12552 del 13.11.2006) modificato successivamente con il Decreto regionale 14250 del 21.12.2009. La modifica ha riguardato un forno di ricottura ed è stata considerata come non sostanziale. La capacità produttiva è di 780.000 t/a di acciaio grezzo.
c) La società Alfa Acciai Spa, via San Polo 152, Brescia, esercisce, quale principale attività soggetta alla direttiva IPPC la fusione di rottami ferrosi (attività IPPC 2.2). La società ha ottenuto una autorizzazione integrata ambientale (Decreto Regione Lombardia n. 10027 del 14.09.2007) per una capacità produttiva di 1.742.000 t/a di acciaio grezzo.

Fatti di interesse per la presente denuncia
Impianto Società Acciaieria Arvedi Spa, Cremona

Nella autorizzazione dell’impianto esistente (Decreto Regione Lombardia n. 6268 del 6.06.2006) l’autorità ha prescritto un valore limite di emissione per le diossine (PCDD/F I-TEQ) pari a 0,5 ng/Nmc (emissione E1). L’autorizzazione suddetta ha sostituito le precedenti autorizzazioni per il recupero (R4) di rottame ferroso per una quantità pari alla capacità produttiva esistente (900.000 t/a). Con la suddetta AIA è stato anche autorizzato un nuovo impianto di trattamento dei rottami (per una capacità di 700.000 t/a) prima del loro avvio (come materie prime seconde) ai processi di fusione (la differenza tra i due valori è costituita da rottame ferroso che viene fornito alla acciaieria già classificato come materia prima seconda).
L’impresa, con la domanda di modifica sostanziale (in particolare con la realizzazione di due nuovi forni LF) ha previsto interventi sui sistemi di abbattimento delle emissioni in atmosfera di tutti gli impianti, nuovi ed esistenti. Non è stata variata la capacità (700.000 t/a) dell’impianto di pretrattamento dei rottami ma la stima della quantità di rottame necessario per alimentare gli impianti, come modificati, è pari a 2.650.000 t/a (a p. 16 dell’allegato della nuova AIA – decreto provinciale 184/2010 – sono indicati i codici CER dei rifiuti ferrosi sottoposti a trattamento prima dell’invio al recupero mediante fusione).
La modifica sostanziale è stata inizialmente autorizzata con AIA da parte della Regione Lombardia (Decreto 15880 del 14.12.2007) e poi con atto dirigenziale della Provincia di Cremona (Decreto 184 del 22.03.2010), oggetto della presente denuncia.
Si precisa che il richiedente tra le modifiche sui sistemi di abbattimento esistenti ha previsto la realizzazione di una torre di quenching per ridurre le emissioni di diossine anche dei forni esistenti, di ciò si dà conoscenza anche nell’atto autorizzativo “un sistema di raffreddamento in grado di limitare la formazione secondaria di diossina (fenomeno denominato “De Novo Synthesis” determinato dal tempo di permanenza dei fumi nella fascia termica critica, 600-280 °C) e, pertanto, di garantire livelli di diossine inferiori a 0,1 ng/Nm3 …” (p. 21-22 dell’allegato tecnico al Decreto Dirigenziale della Provincia di Cremona n. 184 del 22.03.2010).
Nonostante quanto sopra il valore limite di emissioni per le PCDD/F nel nuovo atto autorizzativo è rimasto invariato, pari a 0,5 ng/Nmc (emissione E1, esistente, e E13, nuovi forni – v. p. 46 della AIA – in allegato 1).
Si segnala che la procedura per la modifica sostanziale è iniziata il 9.04.2009 come riportato nelle premesse dell’atto autorizzativo.

B) Impianto della società Ori Martin Spa, Brescia

L’impianto autorizzato con atto regionale del 13.11.2006 poi modificato con atto del 21.12.2009 è da considerarsi esistente. Il rottame ferroso (562.000 t/a è la quantità indicata in AIA) arriva già qualificato come materia prima seconda.
Il valore limite di emissione per le PCDD/F negli atti autorizzativi è pari a 0,5 ng/Nmc (emissioni E1 + E1bis). Si precisa che il sistema di abbattimento è dotato di torre quenching (v. in allegato 2 estratti della AIA).

C) Impianto della società Alfa Acciai Spa, Brescia,
L’impianto, autorizzato con atto regionale n. 10027 del 14.09.2007, è da considerarsi come esistente, la procedura autorizzativa è iniziata con la domanda il 17.03.2005. Tra le attività svolte vi è anche quella di trattamento dei rifiuti ferrosi poi avviati a fusione come materie prime seconde per una capacità di 700.000 t/a; la quantità complessiva di rifiuti avviati a recupero è stimata in 1.760.000 t/a (la differenza tra quest’ultima e quella dell’impianto autorizzato è costituita da rottami che arrivano agli impianti già qualificati come materie prime seconde).
Il valore limite di emissione per le PCDD/F nell’atto autorizzativo è pari a 0,5 ng/Nmc (emissioni E1, E2, E3 – v. 53 dell’allegato tecnico alla AIA; allegato 3).

9. Le norme del diritto comunitario (trattati, regolamenti, direttive, decisioni ecc.) che, secondo il denunciante, lo Stato membro ha violato:

Il Regolamento CE n. 304/2009 del 14.04.2009 ha modificato gli allegati IV e V del Regolamento 850/2004. Nell’ambito della modifica dell’allegato VI (parte 1) ai fini del riconoscimento della qualifica di impianto di recupero (R1) per le attività di riciclo/recupero di metalli nell’ambito di processi di fusione è stata introdotta la prescrizione che gli impianti soddisfino “come minimo i valori limite di emissione di PCDD e PCDF stabiliti dalla direttiva 2000/76/CE” sull’incenerimento dei rifiuti ovvero il limite di 0,1 nanog/Nmc di PCDD/F I-TEQ.
L’entrata in vigore delle suddette modifiche risultava essere il ventesimo giorno dalla pubblicazione della Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea ovvero il 4 maggio 2009.

In sintesi le violazioni presunte riguardano :

 Il Regolamento CE 850/2004 come modificato dal Regolamento 304/2009 :

• Art. 7 comma 2
• Allegato V, parte 1 per la parte modificata dal Regolamento 304/2009 ove recita:
“R4 riciclo/recupero di metalli e di composti metallici alle seguenti condizioni: le operazioni si limitano ai residui di processi di produzione del ferro e dell’acciaio quali polveri o fanghi da trattamento dei gas, scaglie di laminazione o polveri di filtri di acciaierie contenti zinco, polveri di sistemi di depurazione dei gas delle fonderie di rame e rifiuti simili e residui di lisciviazione contenenti piombo generati dalla produzione di metalli non ferrosi. Sono esclusi i rifiuti contenenti PCB. Le operazioni sono limitate ai processi per il recupero di ferro e leghe di ferro (altoforno, forno a tino e forno a suola) e di metalli non ferrosi (processo Waelz in forno rotativo, processi con bagno di fusione che utilizzano forni verticali oppure orizzontali), a condizione che gli impianti soddisfino come minimo i valori limite di emissione di PCDD e PCDF stabiliti nella direttiva 2000/76/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 dicembre 2000, sull’incenerimento dei rifiuti, indipendentemente dal fatto che i processi siano soggetti alla direttiva in questione o no, e fatte salve le altre disposizioni della direttiva 2000/76/CE, qualora applicabili, e le disposizioni della direttiva 96/61/CE.

 La direttiva CE n. 2008/1 sulla riduzione e prevenzione integrata dell’inquinamento

• Art. 13 comma 2 lettera d), in quanto, nonostante le nuove disposizioni legislative comunitarie in materia di limiti alle emissioni di PCDD/F dalle attività di recupero di rifiuti ferrosi mediante fusione, le autorizzazioni integrate ambientali per gli impianti suddetti non sono state riesaminate e conseguentemente aggiornate.

La violazione presunta del Regolamento CE 304/2009 per l’impianto Arvedi Acciai di Cremona è da ritenersi operante all’atto della approvazioni della AIA, nel caso degli impianti Ori Martin e Alfa Acciai è operante dalla entrata in vigore della modifica al regolamento stesso e successivamente alle corrispondenti AIA non riesaminate dagli enti competenti.

10. Menzionare l’eventuale finanziamento comunitario (se possibile, con i riferimenti) di cui lo Stato membro in causa beneficia o potrebbe beneficiare, in relazione ai fatti contestati:
//

11. Eventuali contatti già presi con i servizi della Commissione (se possibile, allegare copia della corrispondenza):
//

12. Eventuali contatti già presi con altre istituzioni od organi comunitari (per esempio, commissione per le petizioni del Parlamento europeo, mediatore europeo). Se possibile, indicare il riferimento attribuito da tali organi alla lettera del denunciante:
//

13. Contatti già presi con le autorità nazionali a livello centrale, regionale o locale (se possibile, allegare copia della corrispondenza):

//

13.1 iniziative di tipo amministrativo (per esempio, esposto presso le competenti autorità nazionali a livello centrale, regionale o locale o presso il mediatore nazionale o regionale):
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13.2 azioni o ricorsi dinanzi ai tribunali nazionali o altri procedimenti avviati (per esempio arbitrato o conciliazione). (Indicare se vi è già stata una decisione o sentenza e, in tal caso, allegarne il testo):

//

14. Indicare qui di seguito e allegare gli eventuali documenti giustificativi ed elementi probanti a sostegno della denuncia, comprese le disposizioni nazionali pertinenti:

Normativa italiana

a) Decreto Legislativo n. 59 del 18.02.2005 (Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento), vigente al momento della emissioni delle autorizzazioni integrate in esame (attualmente parte seconda, titolo IIIbis D.lgs 152/2006 come modificato, da ultimo, dai D.lgs n. 205 e n. 219/2010;
b) Decreto Legislativo 11 maggio 2005 n° 133 (Attuazione della direttiva 2000/76/CE, in materia di incenerimento dei rifiuti)

Altri documenti – Allegati
1) Decreto Dirigenziale Provincia di Cremona n. 184 del 22.03.2010 (Acciaieria Arvedi Spa) – estratti
2) Decreto Regione Lombardia n. 14250 del 21.12.2009 (Ori Martin Spa) – estratti
3) Decreto Regione Lombardia n. 10027 del 14.09.2007 (Alfa Acciai Spa) – estratti
4) CD-ROM contenente i files dei decreti (AIA) delle tre società

5. Riservatezza :

Autorizzo la Commissione a indicare la mia identità nei Suoi contatti con le autorità dello Stato membro contro il quale è presentata la denuncia

16. Luogo, data e firma del rappresentante:

Castellanza, 13.12.2011 Marco Caldiroli

45.284863 9.845958

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