I wore: dress, vintage bought in London; shoes, Prada; belt, Mango; Bagonghi bag, Roberta di Camerino; amethyst cocktail ring, from my mum; nail polish, Chanel Pirate.
Equinozio d’Autunno a Venezia per un delizioso cocktail ospite dell’Hotel Papadopoli del network Accor McGallery.
I 12 sofisticati profumi di Histoires de Parfums: i femminili floreali, ambrati o agrumati come 1873, dedicato all’audace Colette o 1826, dedicato ad Eugénie ultima Imperatrice di Francia; i maschili profumati di ambra, bergamotto, liquirizia o legno di sandalo come 1725, dedicato al veneziano Giacomo Casanova; o ancora la Trilogia di Tuberose, e le acque emozionali: violetta bianca, patchouli e peonia verde (il mio preferito!).
Per stuzzicare il palato il sushi-show cooking di Sosushi con deliziosi maki e tartare mediterranee, accompagnati da calici di bollicine o succo di zenzero. A fare da cornice al buffet i rampicanti del giardino d’inverno, i sontuosi lampadari di Murano e la delicata scenografia luminosa di Molo Design, con i suoi leggerissimi complementi d’arredo in carta di riso. Dopo il finger food, delicato omaggio alla cultura giapponese, il percorso sensoriale prosegue con un rituale millenario ed affascinante: quello del tè, raccontato dalla tea taster Eleonora Murdaca di L’Emporio del tè.Miscele di tè neri e verdi, provenienti dalla Cina e dal Ceylon dai nomi evocativi (Segreto del Tibet, Profumo d’Autunno, Notti d’Oriente…) e dalle inebrianti fragranze floreali o speziate.
E infine l’Oblio e le antiche alchimie di Albergian con l’assenzio e i ricercati Ratafià.Avete mai assaggiato la Fée Verte dei Poeti Maledetti? Il metodo classico di preparazione vuole l’assenzio louche, ovvero opacizzato e diluito con l’aggiunta di acqua ghiacciata e zucchero. Ma ormai prevale ovunque l’alternativa flambé (detta anche bohémien), portata in auge da film come Moulin Rouge o From Hell e molto più scenografica.
Sullo sfondo di questa magica serata Venezia, le calli deserte (solo di notte la città, ormai sciupata e deturpata da orde di turisti e quintali di paccottiglia, conserva un po’ dell’antico fascino), la quiete dei Giardini Papadopoli, il silenzio dei Sestieri addormentati, la luce riflessa nei canali, il velluto veneziano della mia Bagonghi.