Partita ad ottobre come possibile sorpresa del campionato, indicata da molti addetti ai lavori come la squadra che avrebbe potuto dare fastidio alle grandi e che avrebbe potuto giocarsi qualche trofeo in stagione, Avellino purtroppo non sta rispettando i pronostici. La squadra campana pareva essersi scossa in Coppa Italia con una grande performanca nei quarti contro Milano perdendo solo grazie ad un canestro di Brooks a un secondo dalla fine con una sciagurata persa di Banks sul possesso precedente. Diceva Vitucci prima della sfida di campionato contro Capo d’Orlando: “Ora possediamo una maggiore consapevolezza nei nostri mezzi, sappiamo che se mettiamo in campo un certo tipo di impegno, cooperazione e voglia di vincere possiamo avere la meglio. Mi aspetto, che la squadra parta da questi presupposti e li riversi in campo“.
E invece di fronte al proprio pubblico Avellino colleziona un’altra sconfitta la 12° della stagione vedendo allontanarsi il treno che lotta per i playoff. Proprio l’impegno, la cooperazione, la capacità di soffrire in campo e di giocare di squadra è quello che manca in questo momento ad Avellino. Eppure il campionato dei campani era cominciato bene, raccogliendo una qualificazione alle Final Eight anticipata, battendo anche Milano, poi l’improvviso black-out. Dalla gara con Brindisi la Sidigas ha infilato sette sconfitte nelle ultime otto, con l’ultima vittoria conquistata a Pesaro. E ora la panchina di Vitucci scotta per davvero.
L’apatia di giocatori come Gaines, Banks, Harper che dovevano essere l’ossatura della squadra, è una delle cause di una squadra che quando scende in campo sembra giocare una qualsiasi amichevole. Eppure Avellino può contare sul miglior rimbazista del campionato, Anosike, e sul miglior rapinatore di palloni, Hanga. Sicuramente la panchina non è all’altezza del primo quintetto ed ha la coperta corta. Qualcuno parla di mercato ma la questione non è semplice in quanto serve un colpo ben mirato e ponderato e non aggiungere un giocatore tanto per fare. Guardando l’ultimo match con Capo d’Orlando colpisce l’incapacità dei bianco-verdi di reagire, di impostare una reazione corale; troppo spesso ci si affida a soluzioni estemporanee dando l’impressione di non aver avere un piano partita chiaro. Nel post partita Vitucci si è assunto le sue responsabilità e alla domanda se avvertisse che i giocatori non lo stessero seguendo ha risposto in maniera poco chiara: “Magari avessero la personalità di giocarmi contro. Del resto chiedetelo a loro, non a me“.Purtroppo il tempo non permette più passi falsi: se Avellino vuole raggiungere l’obiettivo della postseason deve cambiare marcia adesso, dimostrare il suo vero valore nelle partite che verranno, anche perchè le altre non stanno a guardare. A Vitucci spetterà il duro compito di compattare una squadra slegata e provare a rincorrere un traguardo fattosi durissimo. Ma serviranno risposte forti sul parquet da parte di tutti i giocatori, perchè si vince ma si perde anche tutti assieme.