La Germania non crede più nell'Europa? O forse vuole semplicemente mettersi al riparo da un crollo finanziario italiano?
Che se ne dica sulla politica italiana, gli Italiani, per quanto criticabili, hanno abitudini e consuetudini con il risparmio e con l'economia che rendono questo paese più affidabile di quanto si possa realmente pensare, date le condizioni degli amministratori nazionali.
In effetti, la volontà di disinvestire in titoli di stato da parte della banche tedesche non è motivata sicuramente da logiche prettamente economiche. L'Italia non è a rischio. L'Italia ha solo un problema, la mancanza di politiche pubbliche idonee a superare la crisi e garantire un vero e proprio riposizionamento dell'economia nazionale all'interno dell'economia globale. Il che è diverso...
Dicendola tutta, per quanto deludente e poco credibile sia stato il Presidente del Consiglio, nel discorso di ieri, solo su una cosa ha ragione: l'Italia non è la Grecia e non è la Spagna. Di certo questo non è merito suo, ma non per questo non ha ragione affermandolo.
Sopra ogni sospetto, le stesse dichiarazioni vengono dal numero uno di Axa, Henri de Castries, pronunciate alla conferenza stampa sui risultati semestrali. Citandolo... "Va ricordato che l'Italia ha un surplus primario di bilancio", "Non abbiamo preoccupazioni su Paesi come l'Italia e la Spagna (al centro della bufera finanziaria nelle ultime settimane ndr.) e non abbiamo motivo di ridurre l'esposizione su questi due Paesi". "Lo stesso non avviene per altri Paesi europei, anche se il paese ha un debito del 120% del Pil".
Medesime dichiarazioni sono pronunciate da Christoph Collin, della Groupama: "Pensiamo che vada fatta una differenza tra la Grecia e Italia e Spagna. Siamo comunque fiduciosi sulla Grecia e non vediamo alcun default di Italia e Spagna". Lo ha detto nel corso della conference call con gli analisti sui risultati del primo semestre. "Siamo investitori di lungo termine, teniamo i titoli e pensiamo che non dobbiamo aggiungerci al panico collettivo", ha sottolineato. Così si esprimono in Francia, mentre i tedeschi di Deutshe Bank hanno ridotto dell'88% la loro esposizione in titoli italiani.
Simulazioni e dissimulazioni?
E' difficile a dirsi di certo tutti hanno ragione su una cosa: l'Italia non è la Grecia e non è la Spagna.
Se per caso dovessero condurre a fallimento l'Italia, l'Europa non si salverebbe. Non si salverebbero nè la Francia, nè la Germania. Eppure mentre i Paesi perdono, siccome la ricchezza non si distrugge, ma passa di mano, chi si sta arricchendo? Questa domanda non trova risposta. Almeno per ora.
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