Magazine Bellezza
Casale del Giglio era la tenuta di famiglia dove Antonio Santarelli da bambino trascorreva i fine settimana e tentava le prime corse in motorino. Quando a venticinque anni inizia a collaborare in azienda con il padre Dino, si rende conto come quei terreni bonificati dell’Agro Pontino siano un’area vergine su cui poter tentare tutto il Nuovo possibile.
In quei posti vi era assenza di passato enologico e così lo stimolo diventa determinante verso il massimo grado di libertà innovativa. Si avvale di ampelografi e ricercatori universitari e nel 1985 con il padre Dino danno vita a un progetto che pone a dimora sui suoi terreni quasi 60 diversi vitigni sperimentali Danno inizio ad un’avventura complessa e rischiosa, mai tentata con questa scientificità, di cui diviene interprete l’enologo dell’azienda Paolo Tiefenthaler. Un' avventura che ripaga con i primi importanti risultati sulle uve rosse Syrah e Petit Verdot e bianche come Sauvignon, Viognier e Petit Manseng, che danno vita a diverse etichette da monovitigno oppure da assemblaggio, sempre dall’interessante rapporto qualità-prezzo. I Vini di Casale del Giglio hanno così conquistato, come primo, il mercato romano e laziale, per poi estendere la loro presenza a livello nazionale ed estero. Ho avuto l'onore e il piacere di interagire con l'azienda la quale a puro scopo "valutativo" mi ha inviato un bel pò di vini da degustare
Il prodotto di punta dell'azienda è il Mater Matuta (Syrah più pennellata di Petit Verdot) Vino di razza, fiero, concentrato, dal profumo carnoso e austero, dal colore rubino cupo e con profumi di frutti neri di bosco su complessa speziatura.
Io l'ho accompagnato a questo bel piatto di spaghetti col pesto. Si "sposa" alla grande!!!! Poi ho provato ALBìOLA Questo vino prende il nome dalla città Rutula o Volsca che, prossima ad Ardea, era annoverata da Plinio il Vecchio tra le 53 comunità che costituivano l’Antico Lazio. Albìola rappresenta uno dei più antichi insediamenti del Lazio primitivo. L’Albìola è un rosato prodotto prevalentemente con uve di Syrah (85%) ed una frazione di uve di Sangiovese (15%). Viene ottenuto secondo la tecnica del “saignée” ovvero del salasso, che consiste nel drenare dal vinificatore, dopo una fase di macerazione a freddo sulle bucce (8–10° C.), una parte di mosto, che viene poi fatto fermentare a parte. La fermentazione avviene a circa 18° C. e si protrae per 8–10 giorni in serbatoi di acciaio inox. Ne scaturisce un rosato molto ricco, di grande carattere, con sentori fruttati e floreali tipici dei rosati, ma dalla struttura che si avvicina a quella di un rosso. E' un rosato deciso con sfumature viola Bouquet intenso, dai sentori di piccoli frutti di bosco con dominanza del lampone e frutta rossa. In bocca mostra grande consistenza con un finale lungo e fruttato. Può essere ideale con una zuppa di mare al pomodoro fresco oppure con affettati misti. Io l'ho utilizzato per un ape time servito freddo. E' stato proprio azzeccato! Poi poi Satrico
Questo vino prende il nome dall’antica città di “Satricum”. 40% Chardonnay, 40% Sauvignon e 20% Trebbiano Giallo Le percentuali variano a seconda dell'annata Le uve vengono raccolte ad iniziale stato di maturazione, così da mantenerne inalterati freschezza ed aromi. Dopo attenta selezione, le uve vengono sottoposte a spremitura soffice, con la separazione del mosto fiore dalle bucce. La fermentazione, lenta ma continua, avviene a temperatura controllata e si protrae per circa 7-8 giorni. Dopo i consueti travasi il nuovo vino completa il suo processo di maturazione in vasca e viene imbottigliato ad inizio anno. Di colore giallo paglierino, molto luminoso Al naso è di notevole intensità e persistenza, leggermente aromatico, agrumato e minerale Al gusto è secco, elegante e con buona rispondenza gusto-olfattiva Di buona mineralità, sapido, lungo nella chiusura. Con gli antipasti ed i piatti di pesce al vapore e la "morte sua",come si suol dire,tant'è che io l'ho accompagnato ad un secondo di pesce e verdure cotto al forno. L'ho servito freddo e i miei commensali sono stati molto soddisfatti! Ancora c'è Petit Verdot Il vitigno proviene da Bordeaux, dove viene utilizzato tradizionalmente come componente minore dell’assemblaggio di Merlot e Cabernet- Sauvignon. Il Petit Verdot è una varietà tardiva che ha trovato in Agro Pontino le condizioni ideali, in quanto grande luminosità, persistente brezza marina e terreni caldi che permettono la piena maturazione delle uve, consentendo così di proporlo anche in purezza, vera rarità a livello nazionale. Petit Verdot in purezza, da uve molto mature. La vinificazione in rosso viene in parte realizzata con cappello sommerso per l’estrazione dei tannini più dolci e in parte con follature per ottenere una buona estrazione del colore. La fermentazione si protrae con cappello sommerso per 15 giorni ad una temperatura variabile fra i 26–28°C. Durante le prime fasi di macerazione si effettuano dei “délestage” al fine di rendere i tannini più morbidi ed il colore più stabile. Dopo la svinatura ha inizio la fermentazione malolattica condotta parte in inox e parte in legno. Affinamento in barriques per 8–12 mesi e per 6 mesi in bottiglia. Colore rubino violaceo Profumi intensi e persistenti di piccoli frutti rossi, di ciliegia e vegetali, come mirto e ginepro. Bella rotondità in bocca, dovuta a tannini morbidi e vellutati, con struttura elegante. Finale con note di pepe bianco e spezie. Abbinabile con costolette di abbacchio al forno,io l'ho abbinato con un bel piatto di rigatoni all'insalata... Io e il mio fidanzato adoriamo la pasta! Non male,ci è piaciuto!!! Ho poi provato e apprezzato Antinoo
Nel 1907 in località Torre del Padiglione, a breve distanza dall’azienda Casale del Giglio, fu rinvenuto il bassorilievo di “Antinoo”, giovane greco di straordinaria bellezza, favorito dell’imperatore Adriano, vissuto nel II secolo d.C. L’opera lo rappresenta intento a recidere un tralcio da cui pendono due grappoli di uva. Il bassorilievo è oggi custodito presso il Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo alle Terme (Largo di Villa Peretti n. 1 – Roma). Blend di Viognier e Chardonnay (due terzi – un terzo) All’arrivo in cantina le uve vengono sottoposte a pressatura soffice a cui segue un naturale illimpidimento del mosto ad una temperatura di 12–13° C. onde evitare di impoverire la struttura. Quando il mosto raggiunge una temperatura di circa 18° C., viene posto, separando le varietà, in “tonneaux” (botti da 500 litri in gran parte di acacia). Una piccola frazione di Chardonnay viene posta in “barriques” di rovere non tostato. In botte si compiono sia la fermentazione alcolica che quella malolattica. Durante questo periodo che va da metà settembre a fine marzo, si susseguono dei periodici “bâtonnage” (messa in circolo delle fecce nobili depositate sul fondo). Segue un periodo di affinamento in bottiglia per 6-12 mesi. Colore giallo con riflessi dorati Al naso è elegante, complesso, con dominanza di fiori gialli, di acacia e di ginestra. In bocca si distingue per la sua traccia salina e minerale molto persistente che si addolcisce nel finale. Lo si può abbinare con una inconsueta pasta alla Amatriciana in bianco detta “gricia”. Io l'ho abbinata con un bel piatto di tagliatelle al salmone...da leccarsi i baffi!!! Infine ma non per meno importanza Shiraz Lo Shiraz (o Syrah) è un vitigno di origine orientale, che proviene dall’antica Persia. Si è affermato in Francia principalmente nella Valle del Rodano, dove concorre, insieme ad altri vitigni, alla produzione di vini celebri come l’Hermitage e lo Châteauneuf-du Pape. A partire dall’inizio del secolo scorso questo vitigno ha avuto diffusione in alcune parti dell’Australia, come ad esempio la Hunter River Valley, presso Sidney. Grazie al progetto “Casale del Giglio” è stato introdotto per la prima volta in provincia di Latina nel 1985. Syrah 100%, da uve che hanno raggiunto uno stato ottimale di maturazione. Macerazione a freddo per due giorni a circa 10° C. per favorire una maggior estrazione sia degli aromi tipici del vitigno, sia del colore. Vinificazione in rosso con periodiche follature (2–3 al giorno) per garantire un maggior tenore in estratti e tannini. La fermentazione tumultuosa prosegue per 10–12 giorni alla temperatura di 26–28° C. con il susseguirsi di alcuni “délestage”, soprattutto nelle prime fasi di vinificazione. Dopo attenta svinatura, con movimentazione delle vinacce sgrondanti solo per gravità, segue la fermentazione malolattica in acciaio. Colore rosso rubino con sfumature violacee Profumo intenso, di buona persistenza, con note fruttate di ribes, mirtilli e marasca, cardamomo e cannella. Gusto morbido e caldo, con buona trama tannica e ritorno delle note speziate di pepe nero in finale. Abbinabile con un bel trancio di tonno alla griglia. Io l'ho gustato con un bel piatto di risotto ai porri...infinitamente buono e questo vino si abbina benissimo! I vini che ho provato sono solo una parte della vastissima scelta proposta da Casale del Giglio vi invito a dare un occhio al loro favoloso sito Non riesce difficile,dopo aver provato questi vini,capire come mai i prodotti di Casale del Giglio siano stati oggetto di numerosi premi e riconoscimenti dal 2008 al 2014 ne hanno ricevuti tantissimi E voi mie care li conoscete? Li avete mai provati? Aspetto come sempre i vostri numerosi commentini...
Ahhhh per la serie non si butta via nulla
Guardate che fine ho fatto fare alla scatola...
Vi piace?
Carina,vero?!
Qualora vi avessi incuriosito ecco tutti i link dove poterli trovare e i relativi riferimenti SITO PAGINA FACEBOOK TWITTER Telefono 0692902530 E-mail [email protected]
Io ringrazio tantissimo l'azienda Agricola Casale del Giglio E noi ci sentiamo al prossimo post Un bacione La Fra
See you soon
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Francesca Romana Sepe
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