Azienda contro operai: inizia il processo Om Carrelli

Creato il 16 ottobre 2013 da Cassintegrati @cassintegrati
  • Da sei mesi gli operai presidiano i cancelli della fabbrica, con 240 carrelli all’interno
  • I dipendenti chiedono che i carrelli vengano sequestrati e venduti, per poter pagare le maestranze
  • Il vertice all’assessorato regionale al lavoro della settimana scorsa non ha portato a nulla

FERRAGOSTO IN PRESIDIO | LA PROTESTA SU FACEBOOK | COME CI VEDONO I NOSTRI POLITICI

È guerra sulla contesa dei 240 carrelli chiusi dentro lo stabilimento Om Carrelli di Modugno (Bari), dove da aprile gli operai sono in presidio ai cancelli della fabbrica. Da una parte il presidio, appunto, per impedire che l’azienda si riprenda i carrelli, come hanno più volte provato a fare coi tir bloccati dagli operai. Dall’altra, è iniziato oggi il processo intentato dai lavoratori contro l’azienda Kion (proprietaria di Om carrelli). Gli operai chiedono il sequestro dei carrelli, che valgono circa 12 milioni di euro, per pagare i loro incentivi all’esodo. Ma sul piatto c’è anche la condotta antisindacale di Kion.

In attesa della sentenza il presidio continua. Per difendere i carrelli ed attendere un compratore per la fabbrica, salvando così 225 posti di lavoro. Lo scorso lunedi c’è stato un vertice all’assessorato regionale al lavoro da cui non è emerso nulla di nuovo, ma ancora oggi alcune testate locali riportato di “spiragli di luce” e “aperture” dell’azienda. La realtà è molto diversa, e gli operai hanno risposto in maniera critica: ”Spiraglio di luce? Apertura da parte dell’azienda? Ma che cosa hanno sentito? Ma vogliamo prenderci in giro? Io ho assistito all’assemblea e ho sentito solo un’altra minaccia da parte della nostra vecchia azienda: togliete il presidio e noi facciamo entrare i nuovi imprenditori e ci impegniamo a trovarne altri. Queste sono state le parole dell’azienda!”, dice Antonio, che da aprile presidia i cancelli.

Gli operai non sono soli. Dopo il presidio al tribunale, infatti, quelli della Om carrelli incontreranno gli studenti universitari, che avevano scritto ai lavoratori: “Oggi molti di noi, studenti e studentesse, oltre ai tagli all’istruzione pubblica e al diritto allo studio viviamo in prima persona la perdita del lavoro, di reddito, la disoccupazione da parte di nostri familiari, genitori. Un motivo in più per solidarizzare con la lotta dei lavoratori Om”.

Che ne sarà della Om? E quanto a lungo, ancora, riusciranno gli operai a proteggere i carrelli dai tir aziendali? Scrive Antonio Pantaleo, dal presidio, sulla pagina facebook della protesta: “Mi dispiace dirlo, ma a questo punto siamo veramente arrivati ad un bivio, le nostre forze vengono messe sempre più a dura prova… riusciremo ancora a portare avanti tutto questo?”

Dopo il processo di oggi arriva il secondo: quello in cui Kion denuncia gli operai del presidio per violenza privata. Il loro gesto violento? Aver fermato i tir con un cordone umano.

di Michele Azzu@micheleazzu


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