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Azioni e Borsa, le due strategie operative long e short (vendita allo scoperto) a confronto

Da Mrinvest

Azioni e Borsa, le due strategie operative long e short (vendita allo scoperto) a confrontoNell’immaginario comune si ritiene che con l’investimento azionario si possa guadagnare solo se il trend è ascendente e se le quotazioni delle azioni continuano a salire. Non è così. Anzi, di solito si può guadagnare molto di più quando i mercati scendono, o meglio ancora crollano in seguito a notizie e fatti molto negativi. Tutto questo è possibile con le operazioni di vendita allo scoperto.
Dal punto di vista borsistico, le strategie operative sono di due tipi: strategia long e strategia short.
La prima la conoscono tutti e consiste nell’acquisto di uno strumento quotato (obbligazione, azione, fondo, etf) sperando che i prezzi salgano e quindi vendere, realizzando un profitto. In gergo tecnico “andare long su Enel” significa acquistare azioni Enel per rivenderle successivamente ad un prezzo superiore.
La strategia short è il contrario e consente di realizzare un profitto se scendono

i prezzi. In gergo tecnico si dice “vendita allo scoperto”, oppure “andare short” su un titolo, cioè vendere un titolo azionario che non si possiede (perchè qualcuno lo presta temporaneamente), per poi riacquistarlo in seguito, guadagnando sulla differenza di prezzo. Questo sistema permette di effettuare un investimento (anche di medio-lungo termine) per speculare sulla possibilità che un titolo perda valore, in quanto si prevede che il prezzo al quale si riacquisterà in futuro sarà inferiore al prezzo di vendita. Se il prezzo dovesse salire si avrà una perdita acquistando ad un prezzo superiore a quello in cui si è venduto.
Questa strategia non è di facile comprensione e non abituale per un piccolo investitore. Cerchiamo di spiegarlo con un esempio operativo.
Ipotizziamo di ritenere che le azioni Telecom Italia, al prezzo di 1 euro, siano soprravvalutate, pertanto ci aspettiamo che nei mesi successivi la quotazione sia destinata a scendere. Per cui, attraverso la nostra piattaforma di trading o banking online, richiediamo di poter effettuare una vendita allo scoperto sul titolo suddetto per un controvalore di 10.000 azioni. La banca ci presta un pacchetto di 10.000 azioni che provvediamo a vendere alla quotazione attuale, cioè di 1 euro per azione, incassando 10.000 euro. In base alle condizioni contrattuali, dovremo riconsegnare le stesse azioni dopo tre, sei, nove, dodici mesi, e pagare delle commissioni di prestito dell’1% su base annua del controvalore delle azioni prestate. Dopo un mese le azioni Telecom Italia iniziano a perdere valore e si portano a 0,95 euro per azione. A questo punto, soddisfatti del risultato ottenuto, decidiamo di chiudere la posizione di vendita allo scoperto e acquistare 10.000 azioni al prezzo di 0,95 euro, realizzando un profitto di 500 euro. Appena acquistate le azioni provvediamo a restituire le stesse alla banca che ce le aveva prestate a tempo determinato e paghiamo la relativa commissione (in questo caso pari a un mese di prestito), cioè 8,33 euro (100 euro annui per dodici mesi). Quindi l’operazione è andata a buon fine, in quanto il mercato si è mosso secondo le nostre previsioni. Se invece il prezzo del titolo Telecom fosse salito a 1,07, saremmo stati obbligati alla “ricopertura“, cioè ad acquistare il titolo per estinguere l’operazione. In questo caso avremmo realizzato una perdita pari a 700 euro.
Abbiamo fatto un esempio per consentire di comprendere le fasi di questo tipo di operazioni. Nella pratica, comunque, il tutto si riduce a due click di mouse, oppure a due telefonate (una per la vendita allo scoperto e una per l’acquisto di ricopertura). La difficoltà è come comprendere se sia più conveniente una strategia long o una strategia short.
Qualcuno disse: “E’ molto difficile prevedere, soprattutto il futuro“.


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