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Azuro, il pomeriggio è troppo Azuro

Creato il 18 maggio 2011 da Onicedesign @onicedesign
Azuro, il pomeriggio è troppo AzuroAnche chi mi segue da un po' e sa quanto io adori il type design, può avere il sospetto che costruire e gestire un carattere sia roba da poco. La prova pressoché inconfutabile è sotto gli occhi di tutti: migliaia e migliaia di font, realizzati dai più improbabili designer, appestano l'etere in innumerevoli versioni, polizze, varianti e costi. Vien davvero da pensare che occuparsi di type design sia un lavoro veloce: magari esistono persino software dove impostare le caratteristiche (serif, sans-serif, gotico, corsivo) e premere un tasto per avere un intero set di caratteri già bello e pronto. Eccitati da tanta abbondanza, i designer scaricano tonnellate di font, li organizzano in famiglie e credono, in questo modo, di aver risolto un aspetto fondamentale della loro vita professionale.
Beh, mi duole dirlo ma non è così. La maggior parte dei font che avrete scaricato sono, nella migliore delle ipotesi, immondizia. Ve ne accorgerete strada facendo: "Dannazione, perché questo carattere non ha un grassetto?"; "Che palle, il kern di questo font è completamente sballato"; "Bah, a questo set mancano accenti, apostrofi e punteggiatura, è inutilizzabile"; "Che schifo, a ben guardare è assolutamente illeggibile". E così via.
Il type design è un mestiere antico, nato con la stampa più di cinque secoli fa: è una storia di regole tecniche e fisiche (quando disegnare un carattere significava fondere piombo e metalli per costruire i caratteri mobili delle macchine da stampa), di matematica, ottica, percezione, leggibilità, informatica. I veri type designer passano ore a correggere la curva di una O per rendere gli spessori perfetti; scrivono righe e righe di codice per gestire il kern delle singole lettere; testano per giorni interi il set a diversi corpi, su diversi schermi e sistemi. Non è un caso che i font più utilizzati (al di là di accordi commerciali sottobanco o abitudini fissate nella storia) abbiano caratteristiche ben precise, studiate e pensate per essere leggibili, precisi, flessibili, assortiti; e non è un caso che i set migliori, piaccia o non piaccia, si paghino diverse decine o centinaia di meritatissimi dollaroni.
Azuro, il pomeriggio è troppo AzuroSe avete voglia di investire una mezz'ora e qualche neurone in più (perché il testo originale è in inglese), leggetevi quanto lavoro c'è dietro la creazione di Azuro, un nuovo font-set studiato da FontShop AG appositamente per la lettura a schermo, che vorrebbe andare a sostituire i vari Arial, Verdena e Lucida Grande. Il racconto delle varie fasi di disegno, programmazione e test ci rendono l'immagine di questi type designer completamente immersi nel loro lavoro, che osservano e riosservano per ore ascendenti, discendenti e linee di base per raggiungere la perfezione assoluta. Ve ne riporto alcuni stralci, ma consiglio caldamente la lettura completa:
Le lettere sono basate sulla famiglia degli Umanistici unita al disegno a mano, che ha aiutato la distinzione dei singoli caratteri: ad esempio, il doppio cappio della g, la k corsiva, la coda lunga della Q, l'altezza delle maiuscole leggermente più bassa della linea delle ascendenti, e così via. […] Le aste curve e gli occhielli sono stati tenuti il più ampi possibili. Georg Seifert ha testato Azuro su sistemi Macintosh, Windows e iOS sin dal primo giorno di design: ogni tratto e ogni curva che ha disegnato sono stati immediatamente verificati sui diversi sistemi operativi e di conseguenza rifiniti. La polizza per ogni peso di Azuro è completa di 589 glifi, inclusi gli alfabeti greco e cirillico, le frecce, le frazioni, diversi tipi di numeri, operatori matematici, legature, e così via.
[…] Sono stati condotti studi precisi per verificare che tutti i caratteri fossero presenti, avessero il loro nome e avessero il corretto valore Unicode assegnato; anche le misure orizzontali e verticali sono state analizzate con attenzione, ponendosi precise domande: i segni matematici hanno tutti il peso corretto? Sono allineati al punto giusto? La larghezza degli accenti è corrispondente alla relativa base dei caratteri?

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