A Durban, Sudafrica 44-10 Italia: 20-0 a fine del primo tempo, cinque mete a una, tre mete beccate nell'ultimo quarto, due negli ultimi 5 minuti. E' sufficiente per archiviare la prestazione Azzurra come "distratta"? Beninteso, noi siamo tra coloro che mai si son fatti illusioni di performance eclatanti con gli Springboks nonostante i proclami "dobbiamo e possiamo impensierire chiunque"; a nostro avviso il Sudafrica sarà l'ultima di tutte le nazionali che riusciremo a battere, per quella fisicità prorompente del loro gioco che annulla regolarmente i nostri tradizionali punti di forza davanti. Evidentemente, aldilà dei proclami è quello che pensava anche lo staff Azzurro: ha schierato la squadra "forte" ma chiaramente ha trasferito zero garra ai nostri, mandandoli in campo mentalmente leggeri, scarichi quasi. Ecco spiegato un primo tempo del tutto passivo, segnato da due mete in superiorità numerica di Adriaan Strauss e JJ Engelbrecht, entrambe trasformate da Morne Steyn che ha messo a segno anche due penalty. Lato nostro, una punizione (semplice) fallita da Alberto DiBernardo e un giallo a Marco Bortolami per una palese irruzione in maul dal lato.
Dopo il 20-0 del primo tempo, nell'intervallo gli Azzurri vengono evidentemente scossi, rientrano con un piglio meno passivo e riescono a "produrre" gioco. Al che la domanda sorge spontanea: come mai la sveglia ai giocatori non è stata suonata prima di entrare in campo e solo all'intervallo? S'eran persi gli appunti, nello staff? Difatti è quanto basta a fronte di un Sudafrica abbastanza approssimativo: cadono anche loro nella indisciplina - al 42' giallo a Bjorn Basson per placcaggio alto, il secondo di squadra spiega l'arbitro Gauzére, la nostra mischia finalmente non arretra, perdiamo meno palle in avanzamento e al 46' arriva la meta, grazie a una "magìa" sulla linea di Alberto Sgarbi dopo una lunga pressione: si allunga e schiaccia mentre lo sollevano. Non pare ci volesse granché in termini di tattica, né sono intervenute sostituzioni, né sono usciti improvvisamente dallo stato di forma precario uomini -chiave come Parisse o Gori: tutto quel che bastava era solo un filo di concentrazione e "voglia" in più. Il che rende la prestazione Azzurra molto criticabile, a partire dallo staff.
La rinascita dura lo spazio di un quarto di gara: al 58' DiBernardo azzecca la punizione del 20-10 e tanto ci basterebbe per rendere più che dignitosa la prestazione. Invece no, i nostri han evidentemente timbrato il cartellino: riprendono a perder palle in fantasiosi incroci tra mediano/apertura/Parisse dietro la linea, DiBernardo ricomincia a servire ovali alle rimesse laterali di Morne e alle ripartenze dal fondo dell'esordiente Willie LeRoux ricco di personalità e soprattutto dell'everlarsting Bryan Habana. Al 65' in una di queste ripartenze si beve tutti, robe da trofeo Topolino: linea schierata (male) , estremo e recuperi, untouchable marca la meta che chiude la gara. Ridicolo. Nel finale c'è spazio per un altro paio di mete punitive: Jean de Villiers ben lanciato in sovrapposizione a sinistra da una incursione di Basson e un regalo di benvenuto per l'altro esordiente Arno Botha. Alla fine gli Springboks ricostruiscono ed allargano il gap del primo tempo.
Primo tempo passivo, fiammata nel terzo quarto, ultimo quarto in cui ci infilano come burro: sembrano tornati i tempi delle gambe tremanti iniziali e delle difese gruviera finali del pre-Mallett. Se può consolare, allora era per mancanza di ritmo e panchina corta, mentre adesso i sostituti tengono bene anzi migliorano la prestazione (ad esempio la prima linea, con Aguero molto propositivo e anche Castro ottimo in spinta); è quindi pura mancanza di concentrazione, assenza di stimoli. Restano venti minuti giocati alla pari con gli Springboks già appagati, ma dirselo fa più rabbia.
Le note positive: Morisi cresce, Sgarbi meno male che è tornato, Zanni è una certezza, Masi che si spiaccica regolarmente ma almeno va a cercar falli, Pavanello imperturbabile, riesce persino a rubare un paio di rimesse laterali ai sudafricani! Piace inoltre la propositività di Aguero e la grinta di Furno schierato terza linea nel secondo tempo. Sugli altri stendiamo un velo, vale l'assenza della carica giusta a coprire il naturale relax di fine stagione. Spiace che in una nazionale come la nostra manchi la motivazione: il grave è che ciò sia stato evidentemente tollerato, concesso, fatto capire in qualche modo. E' un peccato, anche perché ci pare che potenzialmente siamo ben coperti ovunque, tranne nella cerniera mediana - vale per titolari e sostituti e non solo all'apertura. DiBernardo era all'esordio, diamogli tempo, ma gli altri ...
Dei Boks che dire? Si saran sgonfiati per via della pochezza palesata dagli avversari all'inizio? Soffrivano di una carenza di ball carrier in terza linea per via di indisponibilità dell'ultimo momento di Willem Alberts e s'è notato; per il resto con la regìa di Morne è gioco "meccanico" alla Bulls, quasi pre-ELV a cercare la rimessa laterale in modo sistematico. Buon per loro, gli automatismi gli consentono di schiacciare un pisolino senza troppi danni, per poi riprendere a premere sull'acceleratore dello schiacciassi in modo netto, visibile, a dieci minuti dalla fine.
Nell'altra partita del Torneo Castle Lager Series in Sudafrica, la nostra prossima avversaria Samoa s'è imposta sulla Scozia per 27-17, tre mete a una con doppietta dell'alona 31enne ex Leicester ora in Giappone Alex Tuilagi, più meta e 22 punti totali per l'estremo 24enne James So'ialo, la prossima stagione col Connacht. La meta degli scozzesi è dell'immarcescibile Sean Lamont - non aveva annunciato il ritiro?
Consoliamoci con la vittoria degli Azzurri Junior in Cile, del Torneo Mondiale "B": sei mete al Canada (45-23 il finale) per la squadra di Guidi che include Esposito e Campagnaro della Benetton e diversi altri giovani Eccellenti, tra cui Padovani del Mogliano (100% al piede nella finale), valgono il ritorno tra le prime dodici del Mondo l'anno prossimo.