Non ho contato i cucchiaini di olio da mettere nell'insalata ed ognuno l'ho riempito fino all'orlo; ho barato sul peso degli spaghetti ed ho arrotondato per eccesso; mi sono nascosta in cucina a bere un aperitivo in solitaria, finendo il pacchetto di patatine (che era solo a metà) e dopo il gingerino quasi quasi mi aprivo anche una Radler che adesso va tanto di moda; ho schivato la bilancia che tengo in camera da letto di fronte allo specchio, come si schiva un barbone sul marciapiede, questo non una, ma due, tre, quattro volte ed ho osservato con mesta consapevolezza il punto vita esondare dalla cintura dei pantaloni.
Perché vede Padre, io sono una golosa seriale.
Che la situazione mi fosse sfuggita di mano ed i sensi di colpa avessero orami preso il sopravvento, l'ho capito quando ho provato un bieco piacere seguendo una trasmissione televisiva sui palloni gastrici e valutando l'ipotesi di ingurgitare una tenia emulando la Callas, ma entrambe le ipotesi mi sono sembrate poco praticabili: dove la trovo una tenia in salute e soprattutto, se ti mettono un pallone nello stomaco, il retrogusto com'è?
Mi perdoni Padre, perché ho peccato.
Lo so, lo so perfettamente che questa è la classica crisi di mezza età; che la mia faccia non sta' scivolando verso il basso trasformandomi in una sorta di ghiro dai guanciotti simpatici e capienti (sono solo fissata), che è normale se le mie braccia sballonzolino se le alzo per salutare e che forse non è più tempo di canottiere (succede a tutte, basta cambiare look).
E so pure che il metabolismo mi ha abbandonato per vivere una nuova esistenza lontano dai miei fianchi.
Non sarei dovuta venire qui da lei a lamentarmi!
Quando avevo 20 anni ricordo che se mi sentivo sovrappeso, mi bastava vivere un paio di giorni a base di frutta o pranzare con un gelato e tornavo la secca di sempre.
Adesso, se pranzo con un gelato, arrivo alla cena con l'occhio vitreo ed il portamento di uno zombie assetato di sangue.
Non si lamenti se parlo troppo, visto che non entro in un confessionale da 19 anni.
Non ci volevo neanche venire ma sa com'è, ci crescono a pane e sensi di colpa e chi te li leva i sensi di colpa se non il Padre confessore? Certo è che se avessi qualche mania psicotica non sarei venuta da lei.
Un dietologo? Come un dietologo? E con questo cosa vuol dire, che sono grassa?
Ma si rende conto? E poi si parla di crisi della Chiesa. Ci credo, se trattate così i vostri fedeli!
Sono entrata in una paranoia da centimetri in eccesso dopo che degli amici ci hanno invitato a fare una piccola crociera in barca a vela. Il prossimo week end.
Ieri ho fatto anche il cambio di stagione, scoprendo con orrore che la metà delle cose che ho in guardaroba non mi vanno più.
Ho osservato con panico i miei bikini non avendo il coraggio di provarli e decidendo immediatamente per una dieta drastica del tipo acqua ed acqua.
Se sentite qualcuno piangere in lontananza, sono io, non vi preoccupate.
Anche questa roba qui sopra, chiamata Babà, non dovrebbe neanche esistere su queste pagine in questo momento, assolutamente!
Per semplice rispetto al dolore della sottoscritta, che ha chiuso brutalmente la sua relazione clandestina con la pasticceria.
Per la preparazione dell'impasto potete fare riferimento al mio post precedente che trovate qui, o sicuramente a quello di Antonietta che merita comunque di essere letto.
Rispetto al Babà al Limoncello, quello che invece cambia qui, è la bagna e la farcitura che non sono funamboliche invenzioni creative, ma il risultato di uno sguardo nella mia dispensa e nel mio piccolo orto da terrazzo.
Per la bagna al Gran Marnier 250 ml di acqua 250 ml di Succo d'Arancia spremuta fresca e filtrata 200 g di zucchero 100 ml di Gran Marnier Portate ad ebollizione l'acqua, il succo d'arancia con lo zucchero ed il liquore e fate sobbollire per 10 minuti quindi lasciate intiepidire e cominciate a versare con un mestolino la bagna sui piccoli babà. Ripetete l'operazione ogni 15 minuti in modo che questo abbia il tempo di assorbire il liquido fino a che ne sarà completamente inzuppato. Via via che effettuate questa operazione, raccogliete il liquido che si deposita sul piatto e riversatelo sul dolce. Ci possono volere anche tre ore prima che il dolce sia bagnato alla perfezione. Mentre il dolce prende il tuo tempo per trasformarsi in babà, preparate la guarnizione. Ovviamente potete preparare la crema mentre il dolce lievita, così avrà il tempo di raffreddarsi bene in frigo prima di servire.
Con questa ricetta do il mio secondo contributo all'MTC di Maggio sul Babà!