In questi giorni le vetrine dei centri commerciali cominciano a riempiersi di abeti sintetici, lucine intermittenti, decorazioni per porte e finestre.
La settimana scorsa ero a Londra e già i cartelli dei negozi in Oxford Street strillavano il loro invito all’idea-regalo, al pacco dono comprato in advance per evitare la corsa dell’ultimo minuto ed accaparrarsi gli oggetti più trendy.
Il meccanismo del commercio reagisce così alla crisi dei consumi: giocando d’anticipo, e scatenando i nostri languori nonché, perché no?, le nostre ansie da prestazione.
Sono i tempi che cambiano, le abitudini modificate in base alle esigenze dei mercati.
E a tal proposito, proprio ieri, girovagando per le vie del centro, davanti a una di questi megastore della pallina prematura, ho ascoltato il dialogo tra due bambine, e ho sentito l’una dire all’altra: “Dobbiamo cominciare a guardare i negozi di giocattoli per decidere cosa chiedere a Babbo Natale. Io la letterina l’ho già scaricata”.
La scaltrezza tecnologica di quella cinquenne che crede sì a Babbo Natale, ma che se gli deve scrivere lo fa attraverso il web, mi ha fatto di colpo invecchiare di una trentina d’anni.
Io - e come me tutti quelli che, sebbene più giovani, sono nati e cresciuti in un’epoca in cui la rete era ancora fantascienza, e non un banale ingrediente del quotidiano – apparteniamo a un passato già morto e sepolto. Le nostre memorie di infanti che scrivevano sulla carta, coloravano coi pennarelli e aspettavano che il vecchietto vestito di rosso scendesse dal camino, sono puro antiquariato, cartoline sbiadite da un mondo che non esiste più.
Certo le due puerpere non avevano intenzione di includere tra i loro desideri natalizi un Cicciobello che piange se gli togli il ciuccio come facevano le mie coetanee. A giudicare dalla loro competenza, non dubito che nella loro letterina si scateneranno in richieste super-hi-tech, come bambole ultrapiatte al plasma, Barbie cibernetiche e mini-cucine Ikea in cui cuocere le miniporzioni di cibo chimico precotto liofilizzato.
Mi immagino che anche il buon Santa Claus, oramai, abbia dovuto darsi una svecchiatina per stare al passo con la modernità Di sciuro ha un profilo su Facebook, e la notte della vigilia tiene aggiornati i ragazzini di tutto il mondo a proposito dei propri spostamenti twittando ad ogni tappa del suo giro notturno.
Ad essere sincero comincio a sospettare che – con la diffusa abitudine dei digital-natives a crearsi diverse identità virtuali – anche il caro nonnetto, subito dopo il 25 dicembre, cambi le proprie generalità sui social networks e, per mantenere alta la sua schiera di amicizie, si spacci per la befana.