L’anno, quello lavorativo per intenderci, è consuetudine “iniziarlo” a settembre. Di norma, prima che ciò avvenga, sotto l’ombrellone o comunque durante le meritate vacanze, si è soliti fare un “bilancio” di quello conclusosi prima della sosta estiva. Per l’appunto.
Se dovessi trovare un aggettivo per definire l’anno appena trascorso, per la comunità economico-finanziaria mondiale, beh non potrei sottrarmi da scegliere quello di “tribolato”.
Abbiamo assistito infatti, ad una vera e propria altalena di scenari schiudersi sui media, con una frenesia e una frequenza degni di un film di Jaume Balaguerò per la suspance che ci è stata iniettata nelle vene, a partire dall’estate scorsa. Il ritmo delle dichiarazioni dei vari leader di mezzo mondo, avrebbe fatto impallidire quello dei fuochi d’artificio estivi, tanto amati dai villeggianti, quanto temuti dagli animali.
I toni drammatici usati per settimane e mesi risuonano ancora dentro di noi, insieme alle parole spread, baratro, disastro, collasso e via dicendo.
Ma veniamo a questi giorni e all’ennesimo, questa volta positivo, colpo di scena. La sentenza della Corte Costituzionale tedesca. Prima di vedere l’importante decisione degli otto “potentissimi” giudici, è interessante notare la loro età media che visivamente appare molto differente da quella dei giudici di casa nostra. L’ennesimo parallelismo anti-italiano, mi si potrà dire. Forse.
Vabbé ad efficienza sappiamo che i tedeschi sono anni luce davanti a tutti
…è anche vero che guardando a queste foto, si possono forse anche intuirne i motivi
Torniamo alla sentenza: la Corte Tedesca ha avallato la costituzionalità del nuovo fondo salva stati ESM, rispetto alla costituzione della Germania, riconoscendone la legittimità nonostante le pressioni degli euroscettici, di questi tempi, piuttosto numerosi anche sul suolo tedesco. Unico “vincolo” è l’importo massimo con cui i tedeschi contribuiranno nel fondo per i paesi in difficoltà: 190 miliardi di euro. L’eventuale sforamento di tale “tetto”, qualora si rendesse necessario, dovrà essere approvato dai cittadini tedeschi.
Era l’ultimo atto, quello più importante, di un processo delicatissimo e molto travagliato che ha nella sostanza modificato parecchio l’atteggiamento della Germania rispetto alla riluttanza dei tedeschi, ad affiancarsi agli altri paesi dell’unione, nella difficile opera di salvare l’euro e di compattare l’Europa dal punto di vista politico, economico, finanziario e fiscale. Per mesi e mesi infatti, abbiamo ascoltato la “signora in giallo” Angela Merkel (la somiglianza è per me notevole), dire “nein” in continuazione a chi le chiedeva di intervenire a sostegno dei paesi in difficoltà.
Finalmente devono averla convinta, che viviamo in un mondo così globalizzato, così correlato come si dice in
finanza, da non consentire a nessuno, persino al nazionalismo teutonico, di sentirsi “al di sopra” delle difficoltà di paesi, come il nostro, che certamente per propria responsabilità hanno creato voragini di debito spaventose.Abbiamo più volte letto che la Germania esporta più del 50%, in Europa e un eventuale “crack” dell’Euro, avrebbe significato la perdita di crediti per 800 miliardi dei tedeschi. Un disastro anche per loro. E qui veniamo ad un retro-scena che mi ha molto colpito.
A tutti noi più volte è venuto da ritenere “insensato” il comportamento tedesco che però secondo me è stato niente meno che “magistrale”, ovviamente per loro. Riassumiamo posizione “post-crisi”, dei Panzer tedeschi:
1) tassi di indebitamento vicino allo “zero”. Pagano il loro debito quasi 5 punti in meno di noi. Un bel vantaggino eh?
2) indebolimento dell’Euro con conseguente maggior aggressività dei loro prodotti nei nuovi mercati, dove sono molto apprezzati. Leggi: Asia
Costano meno per i cinesi & co.3) Essendo il paese che contribuisce maggiormente nell’UE, è anche quello che in sostanza, “decide” le politiche più importanti di tutti i paesi dell’unione soprattutto di quelli in difficoltà. Leggi: quante aziende italiane in difficoltà sono state acquistate dai tedeschi? (Ducati è stata acquistata da Audi…). Non mi dilungo sulla situazione di casa nostra, ripromettendomi di scriverne prossimamente.
E colpo da maestro?!!!
I tedeschi 1 mese fa, sono andati in Cina a stipulare contratti strategici a condizioni che solo loro avrebbero saputo “spuntare”, a patto che la Cina si rendesse disponibile ad intervenire a sostegno dei paesi europei in difficoltà, tra cui il nostro. Quindi in sostanza hanno “penetrato” un mercato strategicamente importantissimo, come quello cinese, salvaguardando il proprio mercato “interno”. Leggi: Europa.
Mica male eh? Mica la salvano loro l’Europa, la salva la Cina. Eh si!
Conclusioni: anche il se il mercato mondiale è tutt’altro che guarito e possibili “ricadute” sono da mettere in preventivo, è stato fatto un grande passo avanti verso la concreta volontà di salvare il “sistema”. Questa fitta trama di relazioni che ci lega tutti, individualmente e come nazioni è in questo momento la nostra “valvola di sicurezza” affinché fattivamente si faccia tutto il possibile per ri-pensare un sistema che, mi ripeterò senz’altro, va ri-disegnato. Pena la sua implosione. I legami che uniscono, volendo o nolendo, ognuno di noi, ben sono stati raccontati in un film che io adoro: Babel. Premio alla regia al 59° festival di Cannes ad Inarritu, messicano, uno dei miei registi preferiti. Quello di “21 grammi” per intenderci. Tre storie in tre diversi angoli della terra, vengono raccontate mentre si inizia a comprendere come siano tutte legate tra di loro, inconsapevolmente. Una grande colonna sonora, una grande sceneggiatura, e un Brad Pitt in grande forma che, insieme alla Blanchett creano il capitolo che prediligo raccontando il loro amore, vero, concreto, credibile.
Bene, prima di lasciarti al trailer di Babel, ti esorto a lasciare un commento o eventuali argomenti che vorresti trattassimo nei prossimi post.
Ciao!