Venditore di baccalà (merluzzo salato e seccato al vento) e di stocco (stoccafisso, meno pregiato). La capitale di questo mestiere è stata – ed è, in misura diversa – Somma Vesuviana. Fino a una ventina di anni fa il pianterreno di molte case era occupato dalle vasche in cui si “spugnava lo stocco: ‘o mussillo ‘e stocco”, emerso nel suo candore dopo il bagno nell’acqua e bicarbonato, era una prelibatezza, la carne dei poveri. Apprezzata pure “ ‘a scella ‘e baccalà”.
Le vasche esistono ancora, ma i “baccalajuoli” risiedono in altre abitazioni, non soffrono più di reumatismi e fanno ottimi affari. Qualche ambulante, in altri tempi, veniva in città per vendere al dettaglio. Oggi sono grossi camion refrigerati a rifornire i negozi specializzati.